Abbattiamo gli F-35: anche i politici sono tutti d'accordo.

Roma -

Rileggendo le dichiarazioni dei leader delle maggiori forze politiche del Parlamento appena insediato emerge con chiarezza un dato: ci sarebbe la possibilità di procedere subito con una decisione di larga maggioranza per cancellare o quantomeno fermare il progetto di acquisto dei caccia militari F-35.

Sarebbe certo un duro colpo per l'ammisraglio/ministro Di Paola, l'esponente di punta e maggior sostenitore del programma Joint Strike Fighter.

La continua evidenza di problemi tecnici e l’esplosione dei costi che incideranno per decenni sulle tasche dei contribuenti italiani ha forse aperto gli occhi ai maggiori leader politici di questo paese.

A queste dichiarazioni, si aggiunga la mozione parlamentare presentata da SEL alla Camera dei Deputati per l'immediata sospensione del programma dei cacciabombardieri F35.

Nel testo della mozione si impegna il futuro governo a rivedere il nuovo modello di difesa ''sulla base del dettato costituzionale e della nostra politica estera'' e a destinare le somme risparmiate dalla cancellazione del programma degli F35 (oltre 50 miliardi di euro il costo stimato di tutto il progetto) alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, al riassetto idrogeologico del territorio, ad un piano pluriennale per l'apertura di asili nido

E' giunta l'ora di dare una risposta concreta alla stragrande maggioranza dei cittadini per i quali l’acquisto di questi aerei militari è una follia.

Ricordiamo che, per la struttura del programma, è ancora possibile non procedere all’acquisto di nuovi aerei ed arrivare anche a cancellare interamente la partecipazione italiana al caccia F-35.

Unendoci a tutti i movimenti che come noi in questi anni hanno lottato per l'abbattimento dei costi per gli armamenti e l'utilizzo delle risorse per scopi sociali, USB Difesa chiede di annullare la partecipazione italiana al programma JSF ritenendo che la politica deve dare ora corso concreto alle dichiarazioni della campagna elettorale.

"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (art. 11 Costituzione Italiana).