Baiano di Spoleto: confusione organizzativa e distribuzione del salario accessorio creano malcontento e divisione tra i lavoratori.

Perugia -

Lo Stabilimento di Baiano non accenna a rilanciarsi. Le varie giustificazioni che di volta in volta Ministri, Sottosegretari, Direttori Generali, Direttori di Ente, Istituzioni Locali e Sindacati Confederali hanno prodotto si sono pressoché esaurite.

Difficoltà per la ristrutturazione, fermo per l’esplosione del 10 aprile 2005, assenza del Direttore Generale, sostituzione del Direttore: sono tutti problemi che l’Ente negli ultimi anni si è trovato effettivamente a fronteggiare, ma oltre alle difficoltà contingenti, è innegabile che le vere difficoltà sono di natura strutturale.

Infatti dall’entrata dello Stabilimento in Agenzia sono state perse competenze e attività che davano prestigio a livello nazionale, provocando un evidente declassamento ed è emblematico che non si riesca a trovare un colonnello che accetti l’incarico di Direttore. Nel passato la Direzione dello SMMT di Baiano era un passaggio ambito e quasi obbligato per un trampolino di lancio delle carriere degli ufficiali.

La RdB-CUB, oltre a dissentire ad una operazione che avrebbe portato ad una privatizzazione o alla chiusura gli Enti transitati in Agenzia Industrie Difesa (A.I.D.), aveva anche facilmente previsto che l’Agenzia non sarebbe stato lo strumento adatto a ristrutturare lo SMMT; ora tutto ciò è stato anche dichiarato da una Commissione ministeriale che ha definito l’istituto dell’Agenzia “non idoneo a gestire attività di carattere industriale”.

 In effetti, la riorganizzazione degli Enti, quali quello di Baiano, affidata all’A.I.D. ha portato solo ad un forte ridimensionamento occupazionale e ad un peggioramento organizzativo e di relazioni sindacali.

Logica avrebbe voluto che gli Enti come Baiano ritornassero alle dirette dipendenze del Ministero Difesa, ma tutto questo non sta avvenendo, al contrario viene fissato per decreto il limite del 31/12/2009 per il raggiungimento dell’economica gestione degli Enti in Agenzia e qualora non venisse centrato tale obiettivo ci sarebbe la chiusura degli stessi.

Attualmente si riscontra nello SMMT una situazione che si è incanalata in un vicolo cieco: alla mancata sostituzione di tecnici che hanno preferito il trasferimento in altre P.A., si sta sommando il non reintegro di personale, anche di livelli più bassi, che sono depositari di una grande esperienza e professionalità. In questi  mesi lo stabilimento sta perdendo, per raggiunti limiti di età, figure professionali altamente qualificate, impoverendo ulteriormente le competenze tecniche che, oggettivamente, significano anche la salvaguardia della sicurezza.

Comunque, affinché vi sia un futuro lavorativo sono imprescindibili finanziamenti per impianti, per l’assunzione di tecnici e per il ripristino del turn-over.

In questo clima di quasi totale incertezza la Direzione locale ha peggiorato la situazione, non riqualificando per esempio i lavoratori del livello più basso (area “A”) e gli artificieri ai quali era stato espressamente promesso un livello più alto. D’altro canto, l’attuale Direzione ha forzato ai limiti le procedure di riqualificazione (magari con l’intenzione di ricoprire carenze in organico), promuovendo del personale pure di due livelli (caso forse unico in Italia) ed attingendo a graduatorie tenute appositamente “congelate”.

Oltre a tutto ciò,  anche la distribuzione del salario accessorio sta creando, ogni anno di più, tanto malumore tra i dipendenti. In sostanza, con tale assegnazione sono state create  opinabili e deleterie sperequazioni tra i lavoratori, quando, a parere della RdB-CUB, al di là del riconoscimento di evidenti ed incontestabili rischi, disagi e meriti per l’attività svolta, andrebbe distribuita una sorta di “quattordicesima” per tutti i dipendenti.

 

Ora, che la Direzione voglia differenziare i lavoratori, non si capisce ma si “giustifica”, diventa, però, paradossale che alcune OO.SS. (CIGIL e CISL) abbiano accettato una diversificazione inconcepibile e che arriva anche a circa il mille per cento nella seconda assegnazione.

Infatti, con una quindicina di anni di ritardo rispetto all’allarme lanciato dai Sindacati di Base, dopo che sono intervenuti a denunciare il problema, rispettivamente: il Papa, il Governatore della Banca d’Italia e addirittura il Presidente di Confindustria, anche i Sindacati Confederali Nazionali hanno ammesso che “in Italia c’è una emergenza salariale”. Non c’è alcun dubbio: i salari sono fermi da sei anni e il potere d’acquisto degli italiani è sprofondato nella realtà di tutti i giorni e in tutte le statistiche, diventando il  penultimo in Europa. Ebbene, le “emergenze” dovrebbero essere prioritarie, forse la CISL e la CIGIL aziendali si sono confuse…oppure, come si dice a Baiano, hanno “altre” emergenze per accontentare solo alcuni dipendenti! 

La distribuzione del salario accessorio nella P.A. sta diventando un pericoloso sistema che sta  minando la compattezza dei lavoratori, senza, peraltro, risolvere minimamente le gravi lacune organizzative. Gli ultimi contratti, purtroppo, peggiorano le direttive nazionali, starà alle RSU e alle OO.SS. territoriali limitare i danni contro assurde diseguaglianze economiche e così ritrovare quella serenità e quella forza necessarie per la soluzione delle più serie problematiche del mondo del lavoro come la precarietà, la sicurezza e la democrazia sindacale.

 

Baiano, 30/01/08

 

RdB territoriale

Ettore Magrini