Ex Arsenale di Pavia: «Comune e Provincia sappiano che esistiamo!»

Pavia -

Per augurare un felice 2010, Faustino Giani della segreteria della RdB/Cub Difesa ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta al sindaco Alessandro Cattaneo e al presidente della Provincia Vittorio Poma, pubblicata anche dal "Il Giorno" del 5 gennaio.

Posto che ci si arrivi prima o dopo visto che nulla appare scontato, va precisato che il problema

dell’ Arsenale di Pavia è stato di grande interesse per i lavoratori che ne hanno calcano il suolo da decenni e non solo di chi li ha rappresenti;

non accorgersi di ciò, significa svilire, offendere e negare un preciso ruolo di soggetto sociale.

 

Rappresentare perciò i lavoratori come soggetti unidimensionali slegati dalla propria funzione sociale e/o di cittadini di un certo territorio, non fa onore a chi li vede unicamente come mano d’opera al servizio solo della Marina, Esercito o Aeronautica, rappresenta una clamorosa ideodiscrasia culturale.

 

Rammentiamo per tanto che i lavoratori civili dell’ Arsenale, non sono solo (220 uomini e donne) che perdono la loro ragione di esistere quando termina l’orario di lavoro, ma sono carne e sangue che ragiona, spesso con una propria idea di sviluppo di territorio più o meno disgraziato e/o martoriato dalla storia politica/ndustriale della nostra provincia, Pavia appunto.

 

Ecco perché a fronte di progetti ambiziosi da Voi enunciati con clamore e poco tatto per gli ex Arsenalotti, (vedi celebrazioni del 150° anniversario dell’ unità d’ Italia) che includeranno certamente le aree dello Stabilimento Genio Militare di Pavia, non fa certamente piacere agli stessi sentire tali dichiarazioni pur autorevoli di detti impegni locali, il quale sono stati più e più volte chiesti, e solo ora vengono definiti e posti all’ attenzione pubblica, e quel che è peggio a debita distanza dai lavoratori più e più volte zittiti da un’ assordante silenzio politico sindacale.

        

Forse il tentativo mai compiutamente realizzato dal panorama politico pavese, poco sensibile ai confronti, è stato quello di non saper unire le varie sensibilità o nel saper deporre una volta tanto l’armamentario propagandistico, assumendo il capace compito di programmare un’ idea, nonché concrete trasformazioni occupazionali a cui tutti indistintamente, avremmo dovuto darne piena legittimazione  attenzione partecipazione in tutti questi anni.

 

Ciò non significava abdicare a non si capisce quale funzione, ma al contrario, significava rilanciare il ruolo centrale dello sviluppo del territorio che sindacato, politica o Istituzioni, in ragione della esistenza stessa escono sempre rafforzate da qualunque confronto quale siano chiamati, ieri come oggi, anche per Pavia appunto.

 

Ecco perché evidenziare questa indifferenza Istituzionale di territorio, accusato nel passato, ma tale e quale oggi nel bistrattare e lasciare soli i lavoratori dell’Arsenale.

 

Ora caro Sindaco e caro Presidente, visto che i nodi diventeranno attuali con o senza gli  ex lavoratori, ed uno o più attori dovranno assumere su di sé il fardello, senza che si dica o si pensi che si stia nuovamente intromettendo qualcuno o peggio strumentalizzando tutto;

elenchiamo a titolo di memoria, risorse, interessi, progetti e trasformazioni dette e da voi enunciate, che per noi, si traducono in reali condizioni d’ incremento e conservazione di occupazione (pubblica).

 

-         - abbiamo il nulla osta dei fondi (pubblici) europei per il 150° anniversario d’ Italia

-         - abbiamo il disegno di legge (n° 1790-B) che contiene soddisfacenti strumenti per gli Enti Locali di valorizzazione e trasformazione degli immobili (pubblici) della Difesa - finanziaria 2010 -

-         - abbiamo progetti occupazionali in corso di definizione tra Ministero Difesa e Istruzione che riguardano un’ importante sbocco (pubblico) legato alla vertenza Arsenale

-         - abbiamo necessità di allocare in città una nuova sede dei vv.ff. adeguata funzionale e idealmente capace di rispondere a nuove prospettive di (pubblica utilità)

                  

Posto che ci si arrivi prima o dopo; queste opportunità pubbliche, non solo sarebbe meglio condividerle con questi ultimi, ma andrebbero nella precisa logica, almeno per chi scrive, di rafforzare una piattaforma politica sindacale territoriale di sviluppo e occupazione (se esistesse) che non verrebbe certamente messa in discussione, cioè;

ben vengano proposte in sinergia con il meglio che il territorio esprime, ben vengano le necessarie competenze, ben vengano quanti con il proprio ruolo di programmazione e sviluppo economico promuovono valore sociale del territorio.

       

Tanto più Voi, sig. Sindaco e sig. Presidente come potreste sentirvi immuni o indifferenti alla questione aree demaniali, alle loro destinazioni d’ uso, ai lavoratori ancora ivi occupati, alle loro famiglie nonché ai legittimi cittadini di Pavia appunto.

Vi rammentiamo che voi e vostri assessori non più tardi di qualche mese fa, negli ultimi incontri sul tema Arsenale, avete assicurato impegni certi solo quando il Ministero della Difesa avesse concluso.

 

Oggi mentre scriviamo Vi assicuriamo che al momento manca solo il trasferimento degli ex dipendenti, (e visto che scriviamo ex) è facile intuire a che punto siamo, eppure nel mentre di una situazione che dovrebbe vedervi già in campo, duole ribadirlo, non riscontriamo nessun interferenza, interesse, aiuto occupazionale da parte Vostra, anzi sembra il contrario.

 

Posto che ci si arrivi prima o dopo non si faccia o si dica che tale aree;

vengano mai restituite ai residenti, che siano adibite a discariche di rifiuti tossici, che si utilizzino per centri di prima accoglienza, oppure solo aree abbandonate svendute al palazzinaro di turno.

 

Per tanto ci sentiamo di concludere con l’ ennesimo appello prima che sia troppo tardi, la ferma idea che oggi, pubblico o privato, non è più soltanto una organizzazione solo per produrre, ma un’ istituzione che oltre a prodotti e servizi, sappia promuovere uno stile a cui tutti sappiano rapportarsi.

 

Una colata di cemento non è propriamente uguale ad un giardino una scuola un bene Pubblico,