CON BRUNETTA O CON I LAVORATORI.

Roma -

L’accordo del 4 febbraio 2011 apre la porta alle fasce di merito e sancisce il blocco dei contratti.

Fanno presto Cisl Uil Ugl e Confsal a dire che con l’accordo del 4 febbraio hanno salvato i lavoratori.

La realtà è ben altra: con quell’accordo hanno dato una grossa mano ad una riforma che aveva manifestato in pieno la sua inapplicabilità.

Ai lavoratori interessa direttamente la questione delle fasce di merito che, se applicata così come la riforma prevede (25-50-25), lascerebbe un lavoratore su quattro escluso dal salario accessorio, dalle progressioni economiche e con il rischio concreto di essere passibile di licenziamento per scarso rendimento.

Dopo che numerose sentenze avevano ribadito l’inapplicabilità di pezzi importanti della riforma in assenza del rinnovo dei contratti, Cisl Uil Ugl e Confsal hanno dato ossigeno ad una riforma che stava soffocando tra giurisprudenza contraria da un lato ed opposizione sindacale dall’altro.

Opposizione che ha visto RdB-USB svolgere un indubbio ruolo di protagonista del conflitto, a fianco dei lavoratori.

Oggi Cisl Uil Ugl e Confsal continuano a sostenere che l’intesa del 4 febbraio fa gli interessi dei lavoratori, ma sono evidentemente in difficoltà perche nonostante l’impegno profuso nel tentare di imbrogliare i lavoratori, non riescono a spiegare come può essere giudicato buono un accordo che:

· Sancisce il blocco dei contratti fino a tutto il 2013

· Introduce la valutazione con le fasce di merito

· Rivela l’assenza di risorse sulla contrattazione integrativa

· Ipoteca i risparmi di spesa per finanziare le fasce di merito, invece di destinarle alle progressioni economiche come sarebbe necessario

· Decreta la disapplicazione dei contratti integrativi.

Questi sono solo alcuni degli effetti dell’accordo che Cisl Uil Ugl Confsal dicono di aver firmato per i lavoratori. 

Nella circolare n°1/ 2011, emanata allo scopo di fornire indicazioni operative anche in relazione a quanto previsto dall’intesa del 4 febbraio, la Funzione Pubblica più concretamente afferma che:

· Tutti i contratti integrativi che non hanno recepito le tre fasce di merito sono inefficaci e pertanto non più applicabili

· Sono pienamente operativi ed attuabili tutti gli strumenti finalizzati  a premiare merito e professionalità anche attraverso le fasce di merito.

Difficile credere che quell’intesa sia stata un affare per i lavoratori!

Difficile anche credere nella coerenza di quegli stessi sindacati firmatari che a parole ai lavoratori dichiarano la loro contrarietà alla legge Brunetta ma poi corrono in soccorso al ministro.

C’è un modo più coerente di fare sindacato come dimostra USB che il 18 febbraio ha organizzato una grande giornata di mobilitazione del settore pubblico contro la riforma Brunetta, in vista dello

sciopero generale dell’11 marzo.

Non ci dovrebbero esser più dubbi, per scegliere da che parte stare: se con Brunetta ed i suoi compari sindacali, oppure, dalla parte giusta.