Tagli alla Difesa: la Commissione Difesa al Senato approva il provvedimento di riforma.

Roma -

 

La Commissione Difesa al Senato ha concluso l'esame del provvedimento riguardante la riforma dello strumento militare con parere favorevole, confermando la bontà del modello militare del ministro Di Paola e i tagli al personale civile e militare.

Si manifesta così un pensiero privo di una visione e di un progetto politico che risponde solo a interessi economici e finanziari, che appalta le questioni della sicurezza ai soli militari i quali sono anche profondamente corresponsabili dello spreco enorme di denaro avuto in questi anni.

 

Di seguito riportiamo l'estratto della seduta del 7 giugno.

 

 

 

GIOVEDÌ 7 GIUGNO 2012


296^ Seduta

 

Intervengono, ai sensi dell'articolo 47 del Regolamento, l'ispettore generale capo per l'analisi dei costi del lavoro pubblico, dottoressa Ines Russo, e l'ispettore generale capo del bilancio,dottor Biagio Mazzotta, della Ragioneria Generale dello Stato.

 

La seduta inizia alle ore 8,30.

 

Riprende l’esame, sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

Non essendovi altri iscritti a parlare, la presidente PINOTTI dichiara chiusa la discussione generale.

 

Replica il relatore CARRARA (CN:GS-SI-PID-IB-FI), proponendo alla Commissione uno schema di parere favorevole con osservazioni (pubblicato in allegato).

 

Sul predetto schema di parere si pronunciano favorevolmente, a nome dei rispettivi Gruppi, i senatori DEL VECCHIO (PD), BODEGA (Misto-SGCMT), CAFORIO (IdV) e RAMPONI (PdL).

 

Il relatore CARRARA (CN:GS-SI-PID-IB-FI) esprime vivo compiacimento per il forte consenso politico coagulatosi attorno alla propria proposta.

 

La presidente PINOTTI, previa verifica del numero legale, pone infine ai voti la proposta di parere favorevole con osservazioni predisposta dal relatore, che risulta approvata.

 

Seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 47 del Regolamento, dell'Ispettore generale capo per gli ordinamenti del personale e l'analisi dei costi del lavoro pubblico e dell'Ispettore generale capo del bilancio della Ragioneria Generale dello Stato, in relazione all'esame del disegno di legge n. 3271 concernente la legge-delega per la revisione dello strumento militare.

 

Il senatore RAMPONI (PdL) sollecita ulteriori approfondimenti sul reimpiego delle risorse derivanti dalle misure adottate nei confronti del personale del comparto.

 

Osserva quindi che, in particolare, il personale civile della Difesa sembra essere oggetto di

numerose misure di sicuro impatto (che spaziano da una sensibile riduzione quantitativa all’immissione del personale militare nei ruoli di quello civile).

 

Conclude domandando chiarimenti sui tagli lineari agli investimenti, a suo avviso connotati da forte discrezionalità.

 

La presidente PINOTTI si sofferma sulla necessità di poter disporre di dati sulle spese complessive per il comparto, al fine di effettuare un approfondito paragone con lo strumento dei principali paesi europei.

 

Ad avviso della senatrice NEGRI (PD), sembrerebbero esserci, nel comparto, significative differenze a livello salariale (sia tra l’Esercito, la Marina e l’Aeronautica, sia tra la dirigenza

militare e quella civile), che meriterebbero un approfondimento specifico.

L’oratrice rileva inoltre come la riforma dello strumento sembri prevedere delle garanzie le quali, pur opportune, potrebbero incidere sull’effettività dei risparmi, come l’assegno perequativo o l’utilizzo esteso dell’aspettativa per riduzione di quadri.

Sarebbe pertanto utile, a suo avviso, capire l’effettiva incidenza della ristrutturazione sul bilancio finale, anche in relazione al trasferimento del personale presso altre amministrazioni dello Stato.

 

Il senatore CAFORIO (IdV) domanda se non sia opportuno procedere ad una unificazione dei fondi effettivamente destinati alla Difesa, ad oggi ripartiti tra il fondo per le missioni internazionali, i fondi per l’investimento presenti sui capitoli del ministero dello Sviluppo economico e lo stesso ministero della Difesa.

L’oratore chiede inoltre ulteriori delucidazioni sul modo di operare nella definizione del piano di spesa per gli investimenti.

 

Replica la dottoressa RUSSO, osservando innanzitutto, con riferimento agli organici del personale civile della Difesa, che l’intervento del Governo si inserisce in un più generale quadro di riorganizzazioni e di riduzioni che interessa tutta la pubblica Amministrazione.

Per quanto attiene, quindi, alle differenze retributive all’interno del comparto, precisa che esse sono frutto di una serie di leggi succedutesi nel tempo e che, in ogni caso, non costituirebbero un aspetto problematico in relazione ai fini del provvedimento di riordino dello strumento militare.

L’oratrice osserva, inoltre, che l’istituto dell’aspettativa per riduzione di quadri non comporta costi aggiuntivi, ed anzi, dalla sua applicazione potranno derivare dei risparmi immediati.    

Per quanto attiene, poi, al meccanismo del transito presso altre amministrazioni dello Stato, esso sarà previsto nell’ambito delle facoltà assunzionali delle medesime.

La materia, inoltre, potrebbe essere anche oggetto di un intervento specifico tramite i decreti legislativi delegati.

Precisa, da ultimo, che, per l’amministrazione destinataria l’eventuale maggiore onerosità derivante dallassumere il personale militare transitato potrebbe essere compensata sia dalla professionalità acquisita, sia dai risparmi derivanti dal mancato esperimento di nuovi concorsi pubblici.

 

Prende quindi la parola anche il dottor MAZZOTTA, provvedendo a depositare ulteriore documentazione scritta ed osservando, innanzitutto, che, prendendo a base i dati del 2010 (ad esclusione della spesa per investimenti presente sui capitoli del ministero dello Sviluppo Economico), l’Italia spenderebbe, per il personale della Difesa, il 65 per cento delle risorse assegnate, verso il 58 della Spagna, il 45 della Francia, il 48 della Germania ed il 33 per cento della Gran Bretagna.

Per quanto attiene alla spesa per beni e servizi, l’Italia impiega invece circa il 30 per cento delle risorse, a fronte del 55 per cento della Gran Bretagna, al 44 della Francia, al 37 della Spagna ed al 46 della Germania. Infine, in relazione agli investimenti, l’Italia impegna circa il 3,1 per cento, contro il 4 della Germania, il 3,7 della Spagna, il 5,6 della Francia ed addirittura il 10 per cento del Regno Unito.

Per quanto attiene al risparmio derivante dalle misure prese sul personale, pone invece L’accento sul rispetto del principio dell’invarianza dei saldi, e sulla necessità di verificare concretamente i risparmi in occasione dell’emanazione del prescritto decreto.

L’oratore passa successivamente ad approfondire le problematiche relative agli investimenti precisando che gli interventi finanziari presi nel 2011 prevedevano la facoltà, per i ministeri, di presentare delle proposte per dei tagli selettivi. Solo se queste si fossero rivelate insufficienti sarebbero intervenuti dei tagli lineari. La Difesa, pertanto, avanzò le proprie proposte, che incidevano sui programmi e che non presentavano problematicità dal punto di vista finanziario.

Pertanto, la riduzione ha natura selettiva, e non lineare.

In relazione, quindi, all’unificazione dei fondi di finanziamento per la Difesa (includendo anche quelli presenti sul bilancio di altri dicasteri), precisa che si tratterebbe di un’opzione squisitamente politica, cui, da un punto di vista tecnico, nulla osterebbe.

La presenza di alcune voci sul bilancio del Ministero dello sviluppo economico sarebbe comunque giustificabile considerando anche i profili industriali, occupazionali e di ricerca legati a determinati programmi (come l’Eurofighter 2000 o le fregate FREMM).

Sempre con riferimento agli investimenti ed ai programmi di ammodernamento, sottolinea inoltre la disciplina particolare cui sono assoggettati, nonché il fatto che spesso essi sono frutto di specifiche cooperazioni internazionali.

Ciò si riflette, in particolare, sulle possibilità di rimodulazione, maggiormente praticabili su programmi annuali piuttosto che su quelli pluriennali assoggettati ad impegni concordati in sede sovranazionale.

 

La dottoressa RUSSO osserva quindi che tutte le misure prese in considerazione dal disegno di legge delega allesame della Commissione possono concorrere allobiettivo di riduzione del personale.

Alcune di esse, poi, pur essendo quantitativamente ridotte, possono produrre significative economie nellimmediato.

In ogni caso, si dovrà attendere l’emanazione dei prescritti decreti delegati onde poter definire una puntuale realizzazione dei principi e dei criteri direttivi enunciati, che, per loro stessa natura, non possono cha avere carattere generale, poco prestandosi al recepimento di disposizioni di dettaglio.

Precisa, da ultimo, che la riforma non interesserà aspetti di spesa pensionistica o previdenziale.

 

Il dottor MAZZOTTA prosegue precisando che la prevista garanzia della pluriennalità dello

stanziamento per la Difesa dovrebbe essere funzionale alla ricomposizione delle varie categorie di spesa.

Sul processo, non potranno peraltro non influire, nel futuro, eventuali ed ulteriori manovre di finanza pubblica.

La stessa delega legislativa, infatti, fa riferimento alla compatibilità delle riforme con i vincoli finanziari.

Con riferimento, quindi, all’accorpamento delle strutture, osserva che i risparmi (che non dovranno essere inferiori al 30 per cento), sono risparmi di spesa.

L’effettività degli stessi dovrà essere valutata in sede di redazione dei decreti delegati, e, in particolare alla luce dei dati forniti dalla Difesa.

La disponibilità di informazioni da parte della Difesa è poi particolarmente rilevante nel caso dell’acquisizione dei sistemi d’arma, considerate la naturale riservatezza cui sono assoggettati e la particolare disciplina normativa al riguardo.

Conclude soffermandosi sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare precisando, al riguardo, che i proventi da ciò derivanti non sono comunque considerati in sede europea come una misura strutturale di finanza pubblica.

 

La presidente PINOTTI, nel dichiarare conclusa la procedura informativa, annuncia che L’ulteriore documentazione presentata sarà disponibile per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.

 

 

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULL’ATTO DEL GOVERNO N. 472

 

La Commissione difesa, esaminato l’atto del Governo in titolo, esprime parere favorevole, invitando il Governo a:

 

a) armonizzare i contenuti del presente schema di decreto con i principi direttivi di cui all’emananda legge-delega sulla revisione dello strumento militare;

b) recepire le osservazioni riportate dal Consiglio di Stato nel proprio parere, con particolare riguardo a quanto rilevato in materia di sostituzione di un dirigente generale del personale civile con uno militare, di collocamento del coordinamento dei servizi sanitari, di parcellizzazione del settore del contenzioso;

c) modificare l’articolo 1, comma 1, lettere dd) e ee) dello schema di decreto in titolo al fine di prevedere l’abrogazione, rispettivamente, degli articoli 933 e 934 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010, che risultano non coordinati né compatibili con la nuova formulazione dell’articolo 1476 del codice dell’ordinamento militare, di recente modificato dall’articolo 8 del decreto legge n. 216 del 2011.