Revisione dello strumento militare: A RISCHIARE E' IL PERSONALE CIVILE.

 

 

Nell’incontro del 20 giugno scorso, tenutosi a Stato Maggiore Esercito, si è tenuta una prima informativa (vedi allegato) sul piano di interventi di razionalizzazione riguardante i provvedimenti di revisione dello Strumento Militare.

In poche parole continua lo smantellamento delle strutture della difesa sul territorio.  Ci è stato detto che saranno perlopiù accorpamenti e cambiamenti di nome ma, in realtà, tutto questo implicherà tagli di posti di lavoro per il personale civile.

USB ha da sempre ribadito la propria netta contrarietà ad ogni possibile ipotesi di riconfigurazione che discenda dal Decreto Legge  95/2012  (spending review) e dalla Legge delega 244/2012. Difatti riteniamo tale operazione estremamente negativa, poiché si muove solo sulla logica dei tagli e dei risparmi e comporterà pesanti ricadute solo per il personale civile,  compromettendo la reale efficacia dello strumento militare.

Tutto questo mentre si continua con l’acquisto dei costosissimi aerei F35, delle missioni all’estero con costi elevatissimi sia di vite umane  e sia in termini economici.

La Legge delega  prevede circa 10mila esuberi di lavoratori civili e circa 20mila di militari, che avranno tuttavia trattamenti diversi.

Mentre per i primi è previsto un piano di pensionamenti che, se non saranno sufficienti, vedrà come conseguenza la messa in mobilità secondo quanto previsto dalle norme vigenti, per i secondi  è pronto il transito nei ruoli civili della Difesa.

Da una parte si garantisce per i militari il reimpiego e la salvaguardia del posto di lavoro e del livello stipendiale, dall’altra non ci si preoccupa  minimamente del futuro dei dipendenti civili.

Senza contare che si determineranno differenze di retribuzione tra lavoratori che svolgeremmo le medesime mansioni.

Questi in sintesi i contenuti dell’incontro. Attendiamo le prossime convocazioni per avere un quadro definitivo.

Tuttavia già da ora possiamo dire che anche il prossimo autunno sarà caldo. 

Roma, 24 giugno 2013                           

USB Pubblico Impiego DIFESA