Incontro con il Ministro Mauro: decreti attuativi legge delega dove eravamo rimasti?

Ci eravamo lasciati con l’annuncio dell’incontro con il Sottosegretario di Stato per la difesa, Sen. Roberta Pinotti. L’incontro c’è stato lunedì mattina e sono state inserite nel testo dei decreti alcune novità di rilievo che riguardano il personale civile come:

 

  • la possibilità dell’esenzione dal servizio nei dieci anni antecedenti il pensionamento con il riconoscimento dell’85% della retribuzione;

  • il prolungamento della mobilità art. 33, comma 8, D.lgs 165/2001 fino a coprire 60 mesi se al termine della stessa si matura il requisito per il pensionamento;

  • la destinazione alla Formazione del personale e al Fondo unico di amministrazione (FUA) di una parte dei risparmi derivanti dalla progressiva diminuzione del personale;

  • la destinazione di una parte dei risparmi derivanti dal processo di internalizzazione di servizi e lavori al sostegno delle attività produttive e all’efficientamento degli enti.

Inoltre, il passaggio di personale militare ai ruoli civili potrà avvenire solo in base alla capienza in organico e al rispetto dei vincoli stabiliti per le assunzioni, nel limite del 20% annuo. Tale passaggio comporterà il trasferimento al FUA del 100% della quota strutturale del FESI percepita dal personale militare.



Pur registrando un aumento delle garanzie per il personale civile rispetto agli schemi originali dei decreti, il nostro giudizio sulla revisione dello strumento militare rimane sostanzialmente negativo ed è quello che abbiamo detto al Ministro Mauro nell’incontro di ieri pomeriggio, che ha chiuso la fase di confronto sindacale sui decreti attuativi.

Abbiamo confermato il nostro no ad un provvedimento legislativo che nasce con l’unica esigenza di tagliare risorse e garanzie per produrre risparmi da destinare al risanamento del bilancio dello Stato, con effetti pesantemente negativi in primo luogo e specificatamente sul personale ma complessivamente sull’intera macchina organizzativa della Difesa.

Abbiamo anche espresso al Ministro la nostra contrarietà alla tesi più volte sostenuta dallo stesso Sen. Mauro della necessità di riequilibrare le spese della Difesa abbattendo quelle per il personale ed aumento di gran misura quelle per le apparecchiature militari.

Come assicurare la produzione e la manutenzione interna degli armamenti senza un adeguato investimento nell’area tecnico-industriale ed in particolare modo sulle professionalità presenti nei poli manutentivi, negli arsenali, nelle officine specializzate?

Quelle che apparentemente sembrano garanzie maggiori per il personale civile, strappate dopo tre giorni di incontri tecnici, in realtà rappresentano un palliativo per far passare la riduzione di un terzo dell’attuale organico e attuare inevitabili processi di mobilità forzata o licenziamenti se non si interviene con norme che salvaguardino realmente i lavoratori.

Nel nostro intervento forzatamente breve, dati i tempi contingentati, ci siamo quindi soffermati specificatamente su due questioni che riteniamo essenziali:

 

  • la necessità di assicurare un investimento nell’area tecnico-industriale, ripristinando le scuole allievi operai con il concorso del personale interno specializzato, per assicurare un futuro a questo settore;

  • la richiesta di applicazione al personale in esubero delle norme di pensionamento precedenti alla Riforma Fornero per tutto il periodo di validità della revisione legislativa (2024).

Se non si parte da questi due punti inutile parlare di reinternalizzazioni o di periodi più o meno lunghi di mobilità forzata. Poi ci sono sicuramente le altre questioni come:

 

  • la necessità di tenere distinte le funzioni del personale militare da quelle del personale civile;

  • il passaggio al FUA anche della quota variabile del FESI;

  • le tabelle di equiparazione che devono tener conto di assicurare identiche opportunità al personale militare e a quello civile;

  • la regolamentazione della mobilità interna.

 

Il Ministro Mauro nel replicare alle organizzazioni sindacali ha assicurato che porterà all’attenzione del Governo e dei Ministri per la pubblica amministrazione e dell’Economia le questioni rappresentate, prima fra tutte l’esigenza di salvaguardare i posti di lavoro ed evitare mobilità forzata e licenziamenti, confermando comunque l’intenzione di presentare i decreti nella prossima riunione del Consiglio dei Ministri prevista per il 2 agosto. Ha quindi indicato la strada del passaggio del personale militare ad altre amministrazioni pubbliche, come il Ministero dell’Interno, quale soluzione per evitare forti travasi di personale militare nei ruoli civili della Difesa. Ha inoltre comunicato di aver istituito un tavolo sulle spese del Ministero, invitando le organizzazioni sindacali a segnalare eventuali sprechi. Infine, il Ministro Mauro ha assunto l’impegno a convocare dopo la pausa estiva un tavolo sindacale nazionale sulla riorganizzazione della Difesa.



Pur apprezzando la disponibilità del Ministro Mauro al confronto, restano immutate tutte le nostre perplessità rispetto alla fretta con cui si vuole portare a casa la Revisione dello strumento militare e la nostra netta contrarietà al provvedimento legislativo.

Dopo la pausa estiva sarà necessario ripartire da qui per avviare un confronto diretto con i lavoratori sui possibili effetti delle norme ed esprimere il dissenso in tutte le opportune forme.



 

Il 18 ottobre USB, CUB, COBAS hanno proclamato una giornata di sciopero generale.

Quella è l’occasione per manifestare con forza e in modo generalizzato la totale contrarietà alla politica di tagli applicata al pubblico impiego e che al Ministero della Difesa ha assunto le sembianze della Legge 244 del 31 dicembre 2012.

 

 

 

NO ai compromessi al ribasso. NO alla svendita dei diritti e delle garanzie dei lavoratori.

Organizziamo insieme la protesta.

 



Roma, 31 luglio 2013

USB Pubblico Impiego – Ministero della Difesa