GIORNO 30 NOVEMBRE ORE 14.00 Il PERSONALE CIVILE DELLA DIFESA MANIFESTERA' SOTTO IL PARLAMENTO PER I DIRITTI NEGATI

La revisione dello strumento militare ( D.Lgs. 244/2012) e i relativi decreti attuativi      n. 7 e 8 emananti nel 2014,    per molti aspetti prevedono  una positiva razionalizzazione di Comandi, Enti e Strutture legate alla logistica, alla formazione e all'amministrazione, specialmente laddove si possono creare efficienti sinergie tra esercito, aeronautica e marina, incidendo però contestualmente sul dato occupazionale con una progressiva riduzione del personale a fronte di una richiesta di maggiore efficienza/produttività dei dipendenti non adeguatamente compensata da alcun miglioramento professionale e economico.

La norma, infatti,  individua in modo puntuale e dettagliato i tagli al personale e alle risorse per l'addestramento, l'esercizio, l'efficienza di mezzi ed equipaggiamenti, divenute in molti Enti della Difesa e delle Agenzie Industrie Difesa, non più sostenibile.
Tra l’altro  ci risulta che alcuni dei Comandi ed Enti interessati a processi di soppressione o riorganizzazione menzionati negli annessi allegati alle bozze degli schemi dei decreti legislativi, hanno perso funzioni nel corso di questi anni, a causa di politiche protese sempre più all’ esternalizzazione di  attività con il conseguente  depauperamento delle professionalità.
L’onere di tali  scelte politiche sarà pagato principalmente dai Dipendenti Civili in termini di abbattimento dei livelli occupazionali, con maggiori criticità nelle aree produttive depresse, peraltro senza le agevolazioni previste per la componente militare. 
Ancor più complesso è il ricollocamento del personale che opera nel settore Industriale che rischia di essere maggiormente penalizzato. Un auspicato sblocco del turn-over all'interno di tutto il comparto compreso gli Stabilimenti dell’ Agenzia Industrie Difesa, accompagnato da percorsi di formazione e lavoro gestiti all'interno delle strutture produttive, permetterebbe di assicurare continuità a questo settore, impiegando gli stessi dipendenti in qualità di formatori.
E’ evidente e oggettivamente rilevante il pesante contributo  pagato dal Personale civile alle politiche di contenimento dei costi, a fronte di un blocco dei   contratti e delle carriere che rischia di protrarsi per altri molti anni.
Sarebbe vantaggioso, pertanto, rendere concreto il sempre promesso processo di civilizzazione del ministero, obiettivo fallito della riforma Andreatta, chedeterminerebbe notevoli risparmi.
In sintesi chiediamo la concretezza di quanto enunciato dal Ministro della Difesa nelle linee programmatiche, ossia:

1)    riconoscimento della fondamentale funzione del personale civile all’interno del Ministero Difesa con il controllo democratico sugli armamenti e sulle demilitarizzazioni di manufatti obsoleti e pericolosi;
2)    sblocco del  turn-over del personale agendo anche sul ripristino delle scuole allievi operai, con la programmazione di assunzioni a tempo indeterminato;
3)    assunzione di tutti i lavoratori precari ed interinali;
4)    stabilizzazione dell’AID all’interno del Ministero;
5)    definitiva soluzione dell’attribuzione dei benefici economici e pensionistici per gli addetti ai lavori insalubri e ai polverifici;
6)    utilizzare da subito quota parte dei risparmi derivanti dal riordino degli enti, per alimentare un fondo che sia strutturale, fisso e continuativo, denominato specificità,  che di fatto  riconosca i compiti e funzioni della componente civile espletati  all’interno del Dicastero;
7)    contrattare le ricadute dei processi di riorganizzazione legati al riordino dello strumento militare e riconoscere il confronto sindacale su tutte le parti che interesseranno il personale civile;
8)    applicare le norme per il pensionamento antecedenti alla cosiddetta «riforma Fornero» per l'intera durata della delega, fino al 2024, a tutto il personale civile che a seguito di provvedimenti di riordino, configurazione e riorganizzazione degli enti dovesse essere considerato in esubero, per evitare il ricorso alla mobilità forzata o alla messa in disponibilità, valutando anche la possibilità di estendere tale deroga a tutto il personale del comparto;
9)    assicurare riduzione effettiva degli sprechi e trasparenza alla collettività per attività tanto delicate e pericolose che non possono essere assolutamente privatizzate.


            Coordinamento Nazionale Difesa