Il 12 maggio è stato approvato il DDL 1195 che concede al Governo sei mesi per definire i criteri per la localizzazione dei siti nucleari.

Roma -

Questo progetto del Governo spazza via, di fatto, i tre referendum del 1987 dove il popolo italiano mise il bastone tra le ruote all'Enel e alle altre società energetiche per la realizzazione di centrali nucleari. Partecipò il 65,1% degli aventi diritto al voto, l'80% dei voti validi furono per evitare il nucleare. In questo caso, però, il popolo non si è espresso direttamente, ma solo attraverso i propri rappresentati in parlamento. Il nucleare ritorna in Italia.

In un articolo, Greenpeace riporta la situazione delineatasi a Montalto di Castro: “anche se la pericolosità sismica non è quella minima, rimane un forte indiziato sia per la vicinanza al mare in una zona costiera a minor rischio climatico che per le condizioni della rete. Sul sito c'è stata recentemente una visita di tecnici dell'azienda francese EDF. Ci aspettiamo che la regione Lazio nel suo piano energetico escluda chiaramente questa possibilità”.

Se dovesse tornare il nucleare in Italia, sarebbero pochissimi i territori che potrebbero ospitarlo. Grazie all'analisi di tre importanti mappe, ormai dimenticate, è evidente perché lo stivale è assolutamente inadatto alle centrali nucleari.

Le tre ‘carte nucleari’ fanno capire dove potrebbero finire le nuove centrali nucleari:

 

- la carta del CNEN, che era la risultante di varie carte tematiche elaborate negli anni settanta
- la mappa ENEA sulla vulnerabilità delle aree costiere ai cambiamenti climatici
- l’elaborazione GIS per la localizzazione del deposito nazionale per le scorie nucleari

 

Per stabilire i siti delle nuove centrali e delle scorie bisogna partire da queste carte e vedere secondo quali criteri verranno aggiornate. Un criterio è quello sismico, un altro criterio è quello della vulnerabilità delle coste per i cambiamenti climatici.

 

Il rapporto di Greenpeace "Mappe nucleari per l'Italia" fornisce una lista di aree a maggiore vulnerabilità climatica. Se questo criterio verrà adottato, dalla vecchia carta CNEN devono essere tolte diverse aree costiere e se ci fosse anche l'indicazione di restringere l'attenzione nelle aree a minore pericolosità sismica, rimangono pochissimi siti su cui puntare l'attenzione: nelle province di Vercelli e Pavia, isola di Pianosa in Toscana, province di Ogliastra, Nuoro e Cagliari.

 

Montalto di Castro - anche se la pericolosità sismica non è quella minima - rimane un forte indiziato sia per la vicinanza al mare in una zona costiera a minor rischio climatico che per le condizioni della rete. Sul sito c'è stata recentemente una visita di tecnici dell'azienda francese EDF. Ci aspettiamo che la regione Lazio nel suo piano energetico escluda chiaramente questa possibilità.

 

Riguardo alla mappa per le scorie nucleari è stata elaborata nel 1999-2000 dal gruppo di lavoro ad hoc costituito all'epoca dalla Conferenza Stato Regioni (e supportato tecnicamente da ENEA). In questo caso il rischio sismico è ritenuto meno rilevante (alcune aree sono persino in Abruzzo): le aree sono presenti in numerose regioni ma si concentrano particolarmente tra l'Alto Lazio e buona parte della Toscana, le Murge pugliesi e la Basilicata.

 

(articolo fonte greenpeace)