Ancora blocco dei contratti: la ricetta per uscire dalla crisi.

Roma -

L'ipotesi del rinnovo del blocco del contratto per il pubblico impiego fino a tutto il 2015 potrebbe essere una delle misure che il Governo si appresta ad adottare per il pareggio di bilancio previsto dalle recenti scelte economiche dell’Unione Europea nel 2014.

Lo scippo di due contratti triennali (2010-2012 e 2013-2015) porterebbe ad una perdita salariale complessiva per ogni lavoratore di almeno 12.000 euro in sei anni, mitigata solo parzialmente dal riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale.

Il D.Lgs. 78/2010 aveva già previsto il blocco delle retribuzioni dei lavoratori pubblici fino a tutto il 2013 e, leggendo il Documento Economico Finanziario (DEF) approvato dal governo nei giorni scorsi, per gli anni 2014 e 2015 viene considerata la sola vacanza contrattuale.

Chi continua a firmare accordi con questo Governo dovrebbe vergognarsi nel sostenere che lo faccia nell’interesse dei lavoratori.

La crisi economica non l’abbiamo prodotta noi e non dobbiamo accettare le misure economiche con il senso di colpa di chi pensa di essere un privilegiato rispetto ad altre categorie di lavoratori.

Dobbiamo tornare a rivendicare stipendi adeguati perché chi sottrae risorse per il rinnovo dei contratti aumenta anche le spese della politica in barba alla crisi.

Rifiutiamo questa politica economica che ci ha portato alla soglia della povertà con il contributo dei Sindacati concertativi tornando ad essere protagonisti della nostre scelte, per i diritti e per un salario dignitoso.

 

Intanto, l'Aula della Camera ha approvato con 252 voti a favore, 219 astenuti e nessun contrario il decreto che prevede la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di Polizia, delle Forze Armate e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.

Il provvedimento, che passa all'esame del Senato, è stato duramente contestato dall'opposizione che lo ha definito «una mancia vergognosa» tanto da far perdere la pazienza davanti all'Assemblea al sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto.

Sulla norma, inoltre, non sono mancati i mal di pancia all'interno del Pdl: gli ex An hanno protestato contro il parere della commissione Bilancio che ha cancellato di fatto la norma, approvata dalla stessa maggioranza, che trasformava la una tantum in un aumento fisso. Protesta rientrata di fronte alla minaccia del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, di porre la fiducia sul testo.

l decreto favorisce gli alti gradi creando nuovi posti di potere e comando. E' accertato che i soldi tolti all'80% del personale va agli alti gradi: si arricchirscono i generali perché servono.

Dalla Finmeccanica a Difesa Servizi Spa, i generali servono per fare affari, per fare il nero necessario dalla Libia al Kazakistan.