Pensioni: caos e gioco delle parti nella stessa maggioranza.

Roma -

ULTIM' ORA: norma sulle pensioni stralciata perché incostituzionale.

 

Salta la norma sulle pensioni decisa al vertice di Arcore, che prevedeva la cancellazione ai fini del calcolo dell'anzianità del riscatto degli anni di laurea e del servizio militare, validi solo per determinare l'importo dell'assegno.

A questo punto, per reperire i fondi necessari, è stato previsto un inasprimento dei controlli sull'evasione fiscale.

Nessun superprelievo quindi e neppure aumenti dell'Iva .

I saldi della manovra bis, a quanto si apprende dai tecnici del Tesoro, resteranno invariati.

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Dopo le riforme di Ciampi-Amato del 1992/93, del centrosinistra dal 1995 in poi, e tutte le manovre finanziarie di destra che si sono succedute, che altro c'è rimasto da fare?

 

L'ultima riforma, eccezionale come le altre, ha previsto che chi va in pensione non prende i suoi soldi subito, ma dopo un anno per qualcuno e dopo 18 mesi per altri.

 

E se servirà ancora una correzione, bisognerà spingersi più in là.

Stessa cosa per la buona uscita, il TFR.

 

L'attesa sarà sicuramente prolungata perchè i padroni hanno bisogno di quei soldi per vivere!

 

L'età pensionabile?

Delle donne?

Che importa quanti anni di fatica e doppio lavoro casalingo abbiano fatto.

La parità va con la "giustizia". Intanto a 65 anni.

E comincia così il gioco delle parti nella stessa maggioranza.

Chi dice sì e chi dice no. Ma sarà sicuramente sì.

 

Mica può cadere questo governo eccellente per così poco!

E poi con la miseria che avanza e le sempre più ristrette necessità, le donne stesse vorranno rimanere a lavorare fino alla morte.

Quindi dopo i 65 anni, chi vuole potrà lavorare anche oltre, a piacimento!

 

Guardate l'esempio della maggioranza dei nostri politici, dove l'efficienza va di passo con la loro età.

 

Pensate al darwinismo rampante del cattolico La Russa che alla domanda:

"a che età bisognerebbe andare in pensione?", risponde:

"è sempre difficile fissare un'età, perché quella anagrafica non sempre corrisponde con quella biologica.

Qualunque data si scelga è giusta per alcuni, è troppo tardi per altri ed è troppo presto per altri ancora".

Menù a la carte. Anzi, ipotizza poi un intervento più deciso sul sistema previdenziale.

 

Ma anche l'altra cima post-fascista, il Gasparri, non scherza:

"La riforma va anche condivisa con le forze sindacali riformatrici, che hanno con noi dialogato in questi anni. Perché in molti passaggi importanti in questi anni abbiamo trovato attenzione e rispetto da parte di Cisl, Uil e Ugl".

 

Ai giovani hanno già fatto passare la voglia di una eventuale futura pensione.

Salari di fame, contributi di fame. Si comincia a "lavorare" oltre i 30 anni in media.

Aggiungete che ci vorranno almeno 40 anni di "contributi", se tutto va bene andranno in pensione tra i 70 e i 75 anni, per avere meno di 500 euro mensili, come l'80% dei pensionati italiani di oggi.

Mentre se i loro soldini li affidano alle banche o alle assicurazioni, ovviamente detratte tutte le spese di gestione e di rischio, per lo stesso periodo potrebbero avere 550 euro di pensione.

Vale la pena continuare?

 

A questo punto non resta che l’abolizione delle pensioni, così non ne parliamo più!

 

Però qualcuno comincia a pensare che l'affossamento della sanità pubblica, che fino ad oggi ha garantito al nostro paese di potersi curare ed innalzare la speranza di vita, possa dare speranza di andare in pensione prima.

 

Mors tua vita mea.

Il bello è che oggi è possibile pensarlo senza troppi sensi di colpa.