15 ottobre 2011: 500mila coscienze sfilano a Roma.

Roma -

In tutto il mondo milioni di persone, giovani, meno giovani, donne e uomini, sono scesi in piazza per protestare contro la crisi provocata dai grandi speculatori, dagli affamatori e dai ladri di speranze e futuro.

Ma la notizia che appare in tutti i tg e sulla prima pagina di tutti i giornali è la vetrina, la molotov, gli incidenti, i soliti provocatori lasciati liberi di scorrazzare per provocare incidenti perché si parli della violenza e non dei problemi.

Cinque ore di guerriglia urbana a Roma cancellano la manifestazione degli indignati fatta da centinaia di migliaia di persone che sfilano pacificamente nelle strade della capitale uniti per il cambiamento globale.

E' una storia vecchia!

Da un lato idioti militarizzati alla ricerca di visibilità e dall'altro forze dell'ordine che, troppo spesso, si fanno trovare impreparate.

In mezzo i veri protagonisti, ossia i manifestanti che mediaticamente rischiano di diventare lo sfondo e non il primo piano.

Non vogliamo né i violenti, né i loro ispiratori, né i loro protettori, né i loro complici, né i loro manipolatori.

L'indigazione è tanta. Non saranno quattro idioti a fermare questa voglia di cambiamento che ha già rotto gli argini della sopportazione.

Questa protesta è stata una festa delle coscienze.

Nessuno riuscirà a fermare la storia.

___________________________________________________________________________________________

 

Carissimi facinorosi,

cari radicali,

non so proprio come ringraziarvi.

In un momento così grave per il paese ove la mia popolarità ha toccato i minimi storici, ho incassato una doppia vittoria in un solo week end.

La prima in aula e la seconda in piazza.

Ciò mi riconferma leader indiscusso negli anni a venire e, forse, oltre. Grazie.

Ringrazio per la solidarietà gli amici radicali che si sono comportati lealmente e sono rimasti in aula per “rispetto delle istituzioni”. Hanno dato il segnale da tempo sperato: “un'opposizione unita non è possibile e non v'è un'alternativa a noi”.

Riguardo la piazza di certo non potevo permettermi un'altra Perugia Assisi ove 200.000 persone hanno sfilato in modo gentile e garbato portando le loro ragioni sulle prime pagine di tutti i TG.

Grazie a voi, alcun giornale, dico, alcuno ha sollevato un solo argomento di proposta. Solo protesta, cassonetti ed auto incendiate, feriti, barricate, fumo, sanpietrini divelti...peraltro lanciati anche dai carabinieri.

Persino una statua della Madonna in pezzi e chiese profanate.

Non è un miracolo? Questo ci avvicina immediatamente al Magreb ove pochissimi violenti facinorosi stanno tentando, in pochi giorni, di spegnare la primavera araba confermando i dittatori al potere.

Vi confesso che il giorno prima la manifestazione ho temuto fortemente che anche Roma si potesse unire alle proteste pacifiche e nonviolente che erano in corso in tutte le più grandi città europee o mondiali: da New York fino a Tokyo.

Tutti Stati ove i “dilettanti” ministri dell'interno fanno convocare in caserma con “obbligo di fermo”, il giorno della manifestazione, decine di violenti già schedati e rei di teppismo nelle manifestazioni precedenti. Insomma, agiscono più sulla prevenzione che sul fatto di blindare le città.

Noi invece, in nome della libertà, vi lasciamo liberi di agire come volete, di manifestare. Anzi, vi proteggiamo affinché non vi possa succeder nulla.

Prova ne è che quando i nonviolenti (che strazio) son riusciti ad isolarvi per consegnarvi alle forze di polizia abbiamo sparato con i cannoni ad acqua su tutti senza discernere; garantendo l'impunità.

Un capolavoro, no?

Tipico di una forza di polizia impreparata, scenica. Sia ben chiaro: una dozzina di pesci piccoli dovevamo pur mettere in galera per sedare l'opinione pubblica ma state tranquilli, tempo pochi giorni e li libereremo. Non lasceremo che queste toghe rosse faziose e di sinistra possano inveire contro la loro innocenza. Se necessario cambieremo sede processuale. Ci sappiamo fare.

“Più infiltrati, più infiltrati” raccomandava il compianto Cossiga pochi giorni prima la sua dipartita.

Date retta a me: non è stato inascoltato.

Solo quell'ingenuo di Bersani può ancora dire: “Bisognerà capire come sia possibile che una banda di centinaia di delinquenti abbia potuto devastare, aggredire, incendiare e tenere in scacco per ore il centro di Roma”.

Certo che dobbiamo stare un po' più coperti perché le dichiarazioni di Vendola non mi sono piaciute affatto: “i violenti diventano invece un possibile salvagente di chi è blindato dentro il palazzo e ne appare il migliore alleato”. Che abbia mangiato la foglia?

Insomma siete stati dei grandi. Degli eroi.

Come negli “anni di piombo” della prima repubblica...che nostalgia.

Tutte le volte che la popolarità di governi scendeva a picco saltava un treno, una stazione, una piazza. Ma tranquilli. Avete mai visto pesci grossi in cella? Solo pedine. Ieri come oggi, nessuno saprà nulla.

Vi considero un po' come miei figli; d'altronde, a ben vedere, siete cresciuti a fast food e Italia 1.

Avete riempito per anni i miei ipermercati e bevuta la mia pubblicità. Festini e menti in sottovuoto spinto. Per fortuna avete sempre un casco che tiene assieme quel poco di brain rimasto. Sempre più codardi e vigliacchi nascosti da fazzoletti. Belle le imbottiture.

Complimenti. Che maci.

Siete migliorati da Genova. Certo però che potevate sfondare anche qualche vetrina di banche di mia proprietà e non l'agenzia della Cassa di Risparmio di Rimini. Vi immaginate che pubblicità che ne potevo ricavare?

Vi considero miei figli perché riuscite, pur essendo un'esigua minoranza, a rubar la scena ai più. “Noi 99%” scrivono i giovani a Wall Street. Sarà pur vero; ma non tengono conto che dentro l'1% non vi sono solo miliardari con il panfilo, speculatori senza cuore, ma anche voi carissimi. Nessuno più di voi è così parte di un sistema violento.

A nome di tutti gli arricchiti e speculatori vi dico ancora grazie.

Non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se anche in Italia si fosse spostato il focus dalla protesta. Avremmo dovuto, poi, mettere la patrimoniale (caspita... la vuole anche la Marcegaglia), tassare le enormi rendite da monopoli ed oligopoli che mi permette di essere ciò che sono.

Avremmo dovuto prendere in considerazione politiche che privilegiassero il lavoro rispetto alla speculazione da capitale. Introdurre, magari, la Tobin tax come alcuni miei colleghi vorrebbero fare oltralpe.

La spesa pubblica non sarebbe più indirizzata agli amici o, alle amiche (perché fate quella faccia?). Ci toccherebbe fare una vera lotta all'evasione fiscale come ci raccomanda ogni santo giorno l'Europa. (Ma potrò fare ciò che voglio a casa mia! E che caspita).

Che me ne faccio dei miliardi di euro evasi? Asili, scuole di ogni ordine e grado, case di cura per anziani, ospedali, la ricostruzione de l'Aquila, la “messa in sicurezza” del territorio, lavoro per gli under 30 come si gridava ad Assisi? Ma ditemi voi: vi sembrano queste le emergenze?

A me sembra che gli F35, la portaerei Cavour, e tutti i “pozzi senza fine” che ci permettono di creare fondi neri a go go siano argomenti di gran lunga più interessanti.

Se avesse trionfato la proposta sulla protesta sarei dovuto intervenire sul gap che divide i dirigenti aziendali dai semplici lavoratori o magari investire ancora in ricerca e cultura. In Italia.

Ma, ditemi voi che avete esperienza diretta: “cosa c'è più bello di una testa vuota, libera, spensierata”. Che ce ne facciamo di un paese di poeti, saggisti, artisti, di cittadini incapaci di tradire.

Io che ho portato la corruzione ai massimi livelli comprando pezzi dell'opposizione, manco fossimo al mercato delle vacche, posso essere orgoglioso di aver fondato la “cultura dell'infedeltà”: tu tradisci? Io ti premio. (D'altronde anche le grandi compagnie telefoniche, ora, si muovono su questa linea). E giù sottosegretariati pagati con i soldi pubblici.

Grazie alla vostra violenza ho nuovamente il consenso popolare per spendere e spandere immensi patrimoni dello Stato per salvare banche ed assicurazioni. Soprattutto le mie banche e le mie assicurazioni. A proposito...visto che siete quasi tutti “figli di papà”, come ho avuto modo di suggerire a reti unificate in più occasioni, perché non dite ai vostri d'investire nelle mie società? Solo così. Un consiglio en passant.

Certo che potevate anche nascondere la scritta ACAB. Così facendo avete scoperto le carte. Ora gli internauti vengono a sapere che, in quanto neofascisti, siete al soldo nostro. Ci siete andati un po' pesanti con i carabinieri ed i poliziotti. Ma si; chi se ne frega. Sono “poveri cristi” anche loro. D'altronde è da anni che non garantiamo né formazione e né logistica. Ed ecco i risultati.

Ah. Dimenticavo. Passate alla cassa.

E' tempo di crisi; non posso darvi molto.

Dopotutto mi servite sempre più arrabbiati.

Stavolta non mi firmo. Sapete...questione di privacy.

Fabio Pipinato

(direttore di Unimondo)