Una manovra finanziaria senza lacrime e sangue è possibile.

Roma -

 

Non bisogna necessariamente essere dei professori o dei geni per partorire una manovra finanziaria che faccia pagare sempre i "soliti noti" per un debito che non ha prodotto.

Questa manovra finanziaria, in continuità con le precedenti, colpisce duro la parte più debole della società e del mondo del lavoro per riaffermare il completo controllo delle leve economiche e politiche da parte delle banche, della borghesia e dei padroni.

Se è indispensabile e urgente intervenire con misure legislative per salvare il Paese, queste si chiameranno "eque" se intervengono a 360 gradi e in misura corrispondente alle possibilità della popolazione.

Questo massacro sociale può essere evitavo con interventi, anche limitati nel tempo, che prevedano: 

  • il taglio dei fondi per le spese militari
  • la riduzione dell'aliquota dell'8 per mille sul gettito Irpef
  • la tassazione dell’ICI per gli immobili di proprietà delle Chiesa destinati ad uso commerciale
  • la tassazione dei patrimoni finanziari e immobiliari
  • l’aumento delle aliquote Irpef per i redditi oltre i 50.000 euro l’anno

Il primo sacrificio possibile è la rinuncia alla spesa di 15 miliardi di euro per l’acquisto dei nuovi cacciabombardieri F35 Lockheed: l'Italia se li può ancora risparmiare, perché la penale da pagare, al contrario che per gli Eurofighter, sarebbe al momento ancora molto bassa.

La Norvegia lo ha fatto con un grosso risparmio.

Il Governo Monti potrebbe regolare l'aliquota sul gettito Irpef, ancora ferma all'8 per mille, che ha permesso l’aumento del gettito da 200 milioni a un miliardo di euro: dimezzandola lo Stato potrebbe recuperare 500 milioni di euro l'anno.

La manovra economica potrebbe limitare l’esenzione dell'Ici a quegli immobili di proprietà della Chiesa (enti, diocesi, confraternite e istituti religiosi) destinati a un uso «non esclusivamente commerciale», pari a circa il 20% del patrimonio immobiliare italiano, permette la rinuncia a circa 440 milioni di euro in più nelle casse dello Stato.

Considerando poi la rivalutazione della rendita catastale del 60% imposta nella manovra, si arriverebbe a sfiorare i 700 milioni l'anno.

Una manovra finanziaria senza lacrime e sangue è possibile.

Basta volerla.

I LAVORATORI DEVONO CHIEDERLA CON FORZA!

Chi si affida e spera ancora in CGIL CISL e UIL non ha compreso che queste organizzazioni tirano solo acqua al proprio mulino e, temendo per la perdita di funzione, invocano la riapertura della concertazione che non mancherà quando si tratterà di metter mano al Contratto Nazionale di Lavoro o allo Statuto dei lavoratori.

Nel frattempo, riempiono le teste dei lavoratori con slogan e propaganda, anche in funzione della disputa elettorale per il rinnovo delle RSU.