Revisione dello strumento militare: il futuro (incerto) che ci attende.

Esercito digitale e satelliti: le spese folli a carico dei cittadini.

Roma -

Nel corso della XVI Legislatura, il Parlamento ha avviato una serie di misure destinate a determinare risparmi di spesa nei settori d'interesse della Difesa.

Per comprendere meglio la portata dei provvedimenti, come la legge n. 244 del 2012 con la quale è conferita al Governo una delega per la revisione in senso riduttivo dello strumento militare, è disponibile sul sito della Camera dei Deputati un documento riguardante "Difesa e Forze Armate" che inquadra nel suo complesso tutta l'attività di questo settore.

Allo stesso modo, riproponiamo la lettura del documento di analisi della legge sulla riforma dello strumento militare elaborato dal Coordinamento Nazionale USB Difesa.

Nel documento elaborato dalla Camera dei Deputati, sono anche indicate le linee strategiche e i progetti di acquisizione d’arma con i relativi costi di acquisizione.

Come nel capitolo che riguarda l'attività spaziale.

22 miliardi di euro per la digitalizzazione dell'Esercito, 3 miliardi per satelliti militari, oltre 600 milioni per un missile che resterà prototipo e molto altro ancora.

Sono alcuni dei programmi più esosi e discutibili delle Forze Armate, progetti militari ignoti ai più che si traducono in "miliardi a carico dei cittadini", il buco nero della Difesa che inghiotte ogni anno fiumi di denaro per "iniziative di dubbia utilità".

L'Italia infatti ha una costellazione di satelliti spia/comunicazione militare che sono già costati 2 miliardi di euro, mentre si prevede di spenderne un’altro nei prossimi anni.

In questo "pacchetto" è compreso il programma Forza Nec che prevede di trasformare tutto l'Esercito in un'unica rete digitale: una vecchia passione dell'ammiraglio Gianpaolo Di Paola che l'ha imposta nel 2006 quando era a capo delle forze armate, poi sostenuta dal vertice Nato e salvata dall'amputazione della "spending review" come ministro tecnico.

Un bell’affare per Selex Es, società di Finmeccanica, che gestirà in esclusiva da qui al 2031 tutto quello che verrà comprato dall'Esercito per il programma: fucili, elmetti, maschere antigas, autoblindo, fuoristrada e carri armati dovranno essere "digitalizzati".

Tra i tanti "paradossi" della tecnologia bellica a carico dei contribuenti, si legge ancora della scelta di finanziare due distinti programmi per la contraerea.

Dieci anni fa l'Italia è entrata contemporaneamente nel consorzio europeo per il missile Samp-T e in quello con Germania e Stati Uniti per il missile Meads: entrambi destinati a fare più o meno le stesse cose: oltre 3 miliardi di euro di costo, inclusi 593 milioni sborsati dall'Italia.

Questo e tant'altro ancora è il contenuto del documento ma salta bene agli occhi dei cittadini come i capitali che servono al cerchio magico della politica si scovano senza alcun tipo di problema, mentre per il martoriato mondo dei dipendenti, in nome dei tagli per il risparmio e l’efficienza, si bloccano i contratti di lavoro per anni e si cancellano 10.000 posti di lavoro nel dicastero della Difesa.