Fallita l'Agenzia Industrie Difesa si cambia con l'Ente Pubblico Economico!!

Roma -

Il 31 luglio alle ore 15.00 si è svolta una riunione programmata per approfondire lo studio e le proposte del gruppo di lavoro incaricato dal Ministro per la soluzione delle problematiche che investono gli Arsenali Militari e gli Stabilimenti Industriali che, nei fatti, prevede un’ulteriore riforma di tutta l’area.

Emerge in modo evidente la considerazione che la riforma Andreatta è definitivamente naufragata poiché inadeguata allo scopo e, con lei, “l’esperimento Agenzia Industrie Difesa”, considerato il caposaldo e fiore all’occhiello di quella sventurata riforma.

A distanza di dieci anni, si presenta, di fatto, la necessità di riorganizzare tutta l’Area Industriale spingendo in avanti il processo di smantellamento definitivo delle attività gestite direttamente ed in situazione di controllo della Pubblica Amministrazione.

Infatti la proposta “PARISI” non si accontenta di indicare nuovi metodi di ricerca per il reperimento di risorse economiche attraverso l’applicazione di commi delle finanziarie 2006 e  2007, ma affronta:

  • la riforma dell’istituto del contratto integrativo di ministero attraverso la creazione di un contratto integrativo d’area;
  • il recupero della produttività attraverso la diminuzione dei costi (anche del personale);
  • l’aumento della produzione e della maggiore flessibilità all’interno del “modello contrattuale vigente”, cioè attraverso il mantenimento del nostro stato giuridico di pubblici dipendenti che operano in strutture totalmente pubbliche,

ed individua, come obiettivo di medio-lungo termine, la costituzione di un EPE (Ente Pubblico Economico) con la successiva costituzione di S.p.A. finalizzate alla eventuale gestione di enti specifici dell’Area Industriale e/o di parti rilevanti delle attività degli enti.

Nella riunione ci è sembrato di assistere, anche se con le naturali distinzioni, ad una sostanziale accettazione culturale di questa logica e di questo percorso.

A fugare le perplessità espresse dalle parti sociali, sono intervenute le rassicurazioni del sottosegretario alla difesa Sen.Forcieri il quale, in maniera forte e determinata, ha riaffermato la volontà del Governo di non privatizzare l’attività dell’Area Industriale. 

Nel nostro intervento, abbiamo sottolineato la forte preoccupazione per l’arretramento delle condizioni dei lavoratori che risulterebbe dal passaggio da una status di dipendenti pubblici a dipendenti privati.

Abbiamo ribadito la nostra volontà e necessità di verifica dell’intero percorso alla luce dei progetti e dei piani industriali su cui si baserà l’avvio della nuova fase di ristrutturazione, riaffermando oggi come in passato la scelta di contrarietà alla riforma Andreatta ed alla costituzione dell’ormai estinta A.I.D.

Il nostro impegno è di aprire una fase costruttiva di consultazione con tutte le strutture ed i lavoratori della difesa per definire una proposta alternativa o integrativa a quella dell’Amministrazione.

Riteniamo doveroso riferire dello strumentale attacco da parte di una componente sindacale confederale alla nostra organizzazione sul piano dell’inaffidabilità e irresponsabilità dimostrata nel passato nella non condivisione del progetto Andreatta.   

E’ bizzarro che a distanza di 9 anni dal "progetto di ristrutturazione” gran parte delle OO.SS. che quel progetto hanno condiviso, pur riconoscendo che tale ristrutturazione non ha prodotto quanto sperato, continuino ad imputare questo fallimento ad una non compiuta applicazione dello stesso: perché non si ha la dignità di ammettere il macroscopico errore di valutazione politica ed economica che si è commesso?

Negli anni i costi di quella ristrutturazione sono stati pagati totalmente ed esclusivamente dal personale civile attraverso contrazioni organiche, esuberi, mobilità e passaggi in AID.

Chi è il vero irresponsabile e il vero inaffidabile?