Agenzia Industrie Difesa: dematerializzazione cartacea e ricollocamento del personale..

Roma -

L'Agenzia Industrie Difesa ha presentato presso lo Stabilimento Grafico Militare di Gaeta il progetto riguardante la realizzazione del Centro Unico di Conservazione (CUC) per la sostituzione e la dematerializzazione dell'archivio cartaceo del CeDoc della caserma Manara di Roma.

Il Capo Unità Ing. Benedetti, l'ex sindacalista CISL Caffarata (uno dei sindacalisti artefici e responsabili del traghettamento degli enti e del personale dall'area tecnico-industriale della Difesa all’Agenzia Industrie Difesa che, operando secondo i principi del mercato e della libera concorrenza, ha dato inizio alla privatizzazione di un'importante settore di questo dicastero e della Pubblica Amministrazione) e due funzionari del Raggruppamento temporaneo d'impresa hanno illustrato il progetto alle OO.SS. e R.S.U. considerandola "informazione preventiva".

A loro dire, questa nuova "missione" dovrebbe garantire lavoro per molti anni a venire qualora il progetto pilota triennale dovesse centrare i risultati auspicati.

E' stato garantito il mantenimento dell'attuale stato giuridico di dipendenti pubblici del Ministero della Difesa e le eventuali riconversioni professionali riguarderanno poche unità di lavoratori che comunque saranno volontarie.

Ci sembra di risentire la stessa musica di molti anni fa, la stessa che illustri dirigenti dell'Amministrazione e del Sindacato mandavano nelle riunioni e nelle assemblee per imbonire gli animi dei lavoratori preoccupati per il loro futuro.

Ebbene, il progetto pilota di cui si parla è quello che prevede di liberare infrastrutture oggi destinate a archivio - si parla finora di 32 mila metri quadrati, soprattutto in caserme situate in zone abitative - così da rendere gli spazi disponibili o valorizzabili in altro modo e di ridurre ''in modo drastico'' il personale utilizzato a questo scopo.

Il progetto complessivo prevede di "de-materializzare" ben 97 chilometri di faldoni, con un netto atteso pari a 409,5 milioni di euro'.

In primo luogo, si prevede il ritiro dei documenti dagli archivi e la loro raccolta in un unico sito, individuato nello Stabilimento Grafico Militare di Gaeta, gestito dall'AID.

Questa enorme mole di materiale verrà poi sottoposta ad un processo di cernita, con la digitalizzazione delle informazioni di interesse e la distruzione dei fascicoli non più rilevanti.

L'effetto immediato dovrebbe essere quello del recupero degli spazi di servizio e del relativo personale, in promo luogo la riduzione delle guardianie.

E' chiaro che il problema del reimpiego del personale in eccedenza dovrebbe essere risolto con il riallocamento presso altre unità della Difesa.

Si, ma quali? 

Che fine a fatto la più volte reiterata richiesta a Gabinetto Difesa di conoscere nei dettagli il progetto di digitalizzazione e i piani di reimpiego del personale?

La valorizzazione degli immobili e il taglio dei posti di lavoro è lo "sporco lavoro" che l'AID e il Ministero della Difesa (e non solo!!) stanno perpretando in piena sintonia, per non parlare dello spreco di risorse economiche, di cui nessuno parla, che sono alla base di tale iniziativa.