AGENZIA INDUSTRIE DIFESA - USB NON SOTTOSCRIVE L'IPOTESI DI ACCORDO DEL CCNI PER MANCANZA DI TRASPARENZA DA PARTE DELLA DIRIGENZA

Roma -

AGENZIA INDUSTRIE DIFESA

USB P.I. DIFESA NON SOTTOSCRIVE L’IPOTESI DI ACCORDO CCNI

2023-2025 PER MANCANZA DI TRASPARENZA,

QUESTA SCONOSCIUTA!  

Come avevamo ampiamente previsto, l’incontro di stamane con il Comitato Direttivo, delegato dal nuovo D.G. in attesa di decreto Ministeriale, per la definizione del CCNI 2023-25, è stato caratterizzato da mancanza di ASSOLUTA TRASPARENZA riguardo la documentazione preventiva ed i dati necessari riguardanti il Personale civile che opera per conto delle A.I.D. previsti dalle vigenti norme contrattuali, privato non si sa per quali motivi di oltre 250.000 €.  Tanto al fine di poter formulare qualunque tipo di proposta o osservazione in merito alla bozza di ipotesi di Accordo.

In sintesi si è trattata di una vera e propria riunione improvvisata, indetta in extremis ed ingiustificabile ritardo al fine di poter addivenire all’indizione di un possibile bando per le progressioni orizzontali e al pagamento delle indennità rese dalle Lavoratrici e Lavoratori.  

Motivi validi per non sottoscrivere una tale ipotesi “copia e incolla” di quello sottoscritto solo da alcune sigle sindacali con l’A.D., nonostante le diversità degli obiettivi prefissati e dettati da ordinativi di competenza dell’A.I.D., i cui compiti e funzioni del personale civile differiscono in modo sostanziale, essendo più gravosi rispetto al personale che opera negli Enti della Difesa.

Probabilmente la superficialità con la quale la Dirigenza non ha ben chiaro il malessere diffuso che vige tra il Personale civile, ignaro di chi decide ad insaputa degli stessi e sulle loro tasche, essendo stati privati dal pagamento per le prestazioni rese da gennaio del corrente anno, essendo vincolato ai comodi di chi, delegato dall’A.D. o A.I.D. dovrebbe avviare le contrattazioni ad inizio anno, onde evitare detto disagio.  

Il Comitato Direttivo ha condiviso tale necessità su proposta di USB.

Pertanto USB NON SOTTOSCRIVE detta Ipotesi di Accordo CCNI 2023-2025 per le motivazioni riportate di seguito:

  • È stata confermata la scelta di destinare alle progressioni orizzontali economiche all’interno delle aree, in applicazione di quanto previsto dall’art.14 del CCNL mediante l’attribuzione di differenziali stipendiali di pari importo, uno stanziamento irrisorio delle risorse del Fondo Risorse Decentrate che consentirà progressioni per sole 139 unità spalmate sulle tre aree (14 per i funzionari, 116 per gli assistenti, 9 per gli operatori, i cosiddetti “figli di un Dio minore”;
  • Come già anticipato all’ex Capo del Personale dell’A.I.D. (di cui non è pervenuta alcuna comunicazione in merito), sin dalla dalle prime riunioni preliminari ed informali USB ha comunicato la propria indisponibilità a sottoscrivere un accordo che per l’ennesima volta penalizzerà gran parte dei lavoratori non riconoscendo agli stessi, attraverso le progressioni, la professionalità acquisita nel corso degli anni con la stabilizzazione di risorse del salario accessorio in busta paga;
  • Attraverso questo CCNI “lampo” si sono definite le nuove competenze delle “famiglie professionali”, senza un minimo di confronto, con un considerevole incremento delle mansioni esigibili per ogni area senza alcun corrispettivo economico per i lavoratori (ragione ulteriore per prevedere il massimo delle progressioni possibili);
  • USB ribadisce  che l’amministrazione con il complice consenso di alcune sigle sindacali mantiene un anacronistico impianto del Fondo Risorse Decentrate continuando a destinare risorse sempre più consistenti a indennità, turni, particolari posizioni, le quali  dovrebbero essere estrapolate dal CCNI al fine di consentire i pagamenti delle prestazioni rese dai Lavoratori in tempi brevi, senza neanche prendere in considerazione, perlomeno, il notevole decremento degli organici avvenuto negli ultimi due anni e la necessità di una verifica rispetto alle modalità di utilizzo presso gli Enti;
  • È importante sottolineare che le uniche risorse che vengono tagliate, anzi del tutto eliminate, sono a discapito dell’area degli operatori non prevedendo più, per gli stessi, la maggiorazione della performance organizzativa come nel precedente anno;
  • Circa la performance organizzativa, si conferma l’ingente finanziamento della stessa nonostante il vertice politico non abbia rifinanziato i famosi 21 mln di euro;
  • Rimarca infine, con dovizia di particolari, del tutto sconosciuta al Comitato Direttivo dell’A.I.D., la problematica relativa alla quantificazione delle risorse del FESI del personale militare transitato nei ruoli civili. Per noi è certo che tali risorse siano fortemente sottostimate con forte penalizzazione del Fondo Risorse Decentrate e che l’Amministrazione colpevolmente continui a sottovalutare questo aspetto senza definire con il MEF la effettiva
  • quantificazione delle somme che dovrebbero rientrare nelle disponibilità economiche per la contrattazione integrativa.

Come già affermato, per noi non finisce qui, poiché ci attiveremo da subito presso il vertice politico per la risoluzione delle problematiche esposte nonché per la verifica dei vantaggi che l’A.I.D. offre in considerazione delle spese sempre più onerose che gravano sul bilancio della Difesa.

Alla dott.ssa Isabella Cimmino, Capo Ufficio Affari Legali e Contenzioso, USB Difesa P.I., nel rappresentare il proprio disappunto circa i modi in cui è stata richiesta la presente NOTA A VERBALE, rammenta che il proprio Statuto prevede l’obbligo della consultazione preventiva dei Lavoratori prima della sottoscrizione di qualunque atto che interessi gli aspetti economici e giuridici del Personale Civile della Difesa e non delle A.I.D., come erroneamente riportato. Tanto in considerazione del ritardo ingiustificato da parte della Dirigenza dell’A.I.D. che ha indetto tale ed irrituale contrattazione Integrativa solo il 12 dicembre 2023.  

COORDINAMENTO NAZIONALE DIFESA USB P.I.