Ancora attesa per l'Arsenale Militare di Taranto.
Tutti presenti all’incontro con la politica e il vertice militare per ascoltare, dopo tanta attesa, quale progetto e futuro lavorativo dovevano attendersi i 1600 “arsenalotti” di Taranto.
Solo una profonda delusione.
Frasi rassicuranti di rito, illustrazione dei progetti d’intervento in corso d’opera, a breve e medio periodo, di risorse disponibili (quelle già ne conoscevamo l’entità), ma del piano industriale o di una prospettiva occupazionale o di missione ancora nulla.
Non è ancora il momento, così è stato detto.
Il Sottosegretario Cossiga ha confermato l’interesse strategico della Difesa per il sito di Taranto che, più volte è stato sottolineato, non era così scontato, come pure gli interventi per la messa a norma delle strutture ed degli impianti.
Ma questo non basta e non lascia presagire niente di positivo.
La struttura aziendale RdB Arsenale ha consegnato al on. Cossiga una piattaforma programmatica integrativa, precedentemente esposta in una conferenza stampa al Salone della Provincia di Taranto l’8 ottobre, che va ad aggiungersi a quella unitaria con l’intento di riprendere la problematica lavorativa sollevata negli ultimi mesi e, come valore aggiunto, dare alcune indicazioni che permetterebbero allo stabilimento di far fronte a questa crisi, in un contesto di carenza di fondi, allargando la propria attività anche sul territorio.
Dobbiamo sempre fare i conti con una Amministrazione che non scopre mai le sue carte e lascia i lavoratori in una continua ed estenuante attesa.
Non dice nulla e nulla riesce a garantire, neanche una esposizione dettagliata in un momento così drammatico.
E’ bene essere chiari che l’attuale condizione lavorativa impone a tutti i suoi addetti una profonda attenzione e partecipazione ai momenti di aggregazione che si andranno a breve a delineare.
Le realtà locali si sono dimostrate attente e disponibili, e questo deve essere motivo e ragione di orgoglio che deve spronarci a pretendere una soluzione accettabile per l’Arsenale di Taranto, che non può vedere la messa in discussione neanche di un solo posto di lavoro, che non potrà limitarsi al momento contingente e che dovrà prevedere uno sviluppo consistente della realtà lavorativa anche sul territorio.