Arsenale Militare di Pavia: non è certo la rassegnazione la dote che ci contraddistingue.

Pavia -

La RdB-CUB P.I., visto tutto l’impegno messo in campo nel corso di questi anni e avendo ben chiaro il quadro critico di una vertenza pluriennale di questo Ente, essendo ancora oggetto di destrutturazione per ragioni di economicità ed efficienza, giudicato dalla commissione del Ministro Parisi di non interesse strategico per lo S.M.Esercito, a fronte di numerose progettualità fin qui negate per contesto di riforme in atto non ancora concluse, non può che rammaricarsi nel prendere atto dei contenuti pubblicati sulla testata giornalistica “La Provincia Pavese”, lettere al Direttore, con titolo “Arsenale adesso la mobilità” scritto da un lavoratore dell’Arsenale.

Quello che ci sentiamo di dire dopo attenta lettura dell’articolo, senza nulla togliere al libero pensiero di alcuno, è la poca attenzione e/o leggerezza nel richiamare procedure di trasferimento e mobilità del personale, come risoluzione dell’insostenibile immobilismo creatosi.

Ricordiamo che tutto ciò, “riferito alla materia”, è molto ben contemplata in atti ministeriali da diversi lustri, oltremodo condiviso trasversalmente da tutti i Governi, da Cgil Cisl Uil, Confindustria ecc. ecc., mascherando finalità risanatorie della P.A.,

definiti purtroppo solo da noi, processi di smantellamento selvaggio del pubblico impiego.

Pertanto, e senza sorta di giudizio, ci sentiamo in dovere di precisare per l’ennesima volta il nostro forte dissenso a questi ritornelli, che non necessitano di pubblicità occasionali, vista la grande considerazione di cui godono, “vedere stanziamenti Finanziaria ‘07, ‘08,  e  C.C.N.L. P.I.”

Ma addentrandoci negli argomenti, per giusta considerazione all’anonimo collega, vogliamo ricordare a tutti che la grave e ben nota situazione di immobilismo progettuale dell’ente pavese non è certo caratterizzata da volontà o responsabilità interne, ma al contrario da impegni sempre profusi dalle maestranze dell’ente, alla ricerca di soluzioni sostenibili alla ripresa delle attività, per una difesa occupazionale e come tutti sanno, questo impegno non ha mai avuto giusta accoglienza.

     Ecco perché ancora oggi, questa “O.S.” a fronte delle numerose ipotesi messe in campo, pretende come sempre una verifica di larghe e concrete valutazioni sulle potenzialità dell’Arsenale, prima di una definitiva attuazione del progetto di mobilità del personale e/o smantellamento dell’Ente.

    Questa apparente sterile richiesta, estesa al panorama politico Istituzionale soprattutto Territoriale,      in condizioni di rispetto comune di impegni, un rapporto continuo e non occasionale di solidarietà, capacità d’ascolto e azioni in difesa dei lavoratori dell’Arsenale, svilupperebbe un destino di tutt’altro interesse, a vantaggio diretto sia del territorio, che della stessa Industria Difesa.

    Al collega, ma anche a tanti altri, suggeriamo di non arrendersi e attivarsi senza delegare nessuno al buio, ma al contrario opporsi all’ipotesi ormai certa di una gestione manageriale degli Arsenali Militari, pena la soppressione come previsto dal nuovo modello Memorandum Difesa che porterà a breve, come purtroppo crediamo con larghe intese politico/sindacali governative, alla riduzione sia dei compiti svolti per conto dell’esercito professionista, sia l’occupazione dei civili in perfetto stile manageriale privatistico.

Perché non pensare a difendere le nostre idee certamente migliori, sostenute sino ad oggi, comprensive di indirizzi per la destinazione delle eventuali utili infrastrutture, a progetti che sfruttino aree e maestranze per compiti extra Difesa, nel rispetto di impegni, di economicità e di efficienza?

Perché non pretendere tavoli di confronto a natura Politico Istituzionale su scala Nazionale, così da divenire la vertenza Arsenale materia e strumento di responsabilità questa volta di tutti?

Non come nel passato, per interessi di parte, in nome di una pace sociale, in c.. sempre all’Arsenale.

La RdB-CUB per quanto espresso, assicura che sosterrà questo processo di riesame dell’Ente, ed invita in primis la RSU a richiamare figure in passato sempre attivate, per responsabilità di un oggi, concreto coordinato propositivo, partendo dalle sedi della Direzione Difesa, Ufficio Prefetto, Comune e Amm. Provinciale, per sviluppare interessi produttivi per il Ministero Difesa, ed ove necessiti, -partner Pubblici di fiducia- su scala Nazionale, a tutela di un Istituto Pubblico al Servizio dello Stato.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

Ogni     formulazione   di    altri     interessi    ci    vedrà     sempre      ostinatamente      contrari.                                                   

 

                                                             RdB-CUB P.I. Federazione di Pavia