Assemblee di Area nei Reparti dell'Arsenale di Taranto.
Uno dei partecipanti ci ha esteso una sua valutazione che riteniamo sia importante portare a conoscenza dei lavoratori e che, per quello che ci riguarda condividiamo pienamente.
Caro diario,
mi risulta davvero difficile iniziare a mettere su carta le impressioni che ho raccolto durante gli ultimi giorni. Giorni di incontri con i miei colleghi. Volti familiari ma allo stesso tempo sconosciuti. Persone che condividono la mia stessa realtà ma che, fino a poco tempo fa, mi sembravano essere lontanissimi dal mio mondo e che scopro ora essermi tanto vicini da poter facilmente identificarmici.
Andare in giro per i Reparti ed ascoltare le storie, anzi la Storia, sempre la stessa espressa però con sfumature, accenti e pathos differenti, mi ha suscitato riflessioni che ti voglio sottoporre.
Mio carissimo Diario, ho toccato con mano la disperazione, il senso di frustrazione, l’allucinata ed allucinante realtà di disagio che in alcuni diventa evidenza patologica di nevrosi e senso di alienazione ed ancora, più negativo che mai, il senso di impotenza che prelude, secondo me, all’inerme ed ineludibile attesa della fine.
Però, come sempre accade, in altri ho visto la voglia di non arrendersi, il coraggio di continuare, contro ogni difficoltà, ad affermare la propria Dignità.
Ho visto il seme di una nuova possibile rinascita.
Ebbene sì, mio muto amico, possiamo davvero riappropriarci del nostro essere, siamo capaci e sappiamo lavorare anche se a volte ce lo fanno dimenticare. Abbiamo competenze, know how, intelligenza. Abbiamo il dovere di metterci assieme, ridiventare padroni di noi stessi. Dobbiamo uscire dal nostro orticello, incontrarci, parlare e prendere l’iniziativa.
Quello che ho visto e sentito mi ha fortificato nella convinzione che ci sono molte risorse su cui far leva ed il fattore umano è la risorsa preminente tra le altre. Per questo Partecipare diventa essenziale come essenziale diventa estromettere tutti coloro, siano esse singole persone oppure organizzazioni, che hanno contribuito a creare le condizioni in cui versa il nostro posto di lavoro.
Vorrei affidare a te, che come sempre raccogli i miei pensieri, un messaggio di speranza con la consapevolezza che si può anche soccombere ma che non sono più disposto a delegare ad alcuno il mio futuro.
Se il mio destino è quello di scomparire lo voglio fare con Dignità ed orgogliosamente.
Non sono io quello che si deve vergognare!