Continua il massacro: riduzione di personale negli stabilimenti dell'Agenzia Industrie Difesa in base all'Art.1 comma 440 della legge Finanziaria 2007.

Napoli -

La politica generale subisce negli ultimi tempi uno scollamento sistematico per le scarse risposte che essa dà ai bisogni dei cittadini.

Di pari passo la politica sindacale (concertativa) sortisce un analogo risultato, fenomeno coerente e negativo insieme ai primi che mirano alla gestione dei processi dettati dal neo_liberismo o mercato, senza proteggere i protagonisti della ricchezza nazionale (lavoratori).

Processo iniziato alla fine del XX secolo che ha creato un trasformismo della politica in impresa, finanzia e Gestione dei processi distruttivi della funzione pubblica con l’ausilio di CGIL, CISL, UIL.

Una commistione perfetta creata e pianificata per soddisfare l’avidità umana di pochi e posizionarsi in uno strato sociale superiore, schiacciando inevitabilmente la dignità umana.

Questa pianificata politica silente e distratta sull’evasione fiscale ma puntuale e continua sulla distruzione dello stato sociale, sull’estenuante richiesta di riforma delle pensioni, sulla volontà di non modificare il precariato (Legge Biagi) favorendo l’esternalizzazioni, svendendo con la cartolarizzazione (beni mobili ed immobili) dello Stato (cioè nostri), produce meccanismi che aggrediscono e smantellano la Pubblica Amministrazione per ricavare profitti e nuove risorse da destinare a persone senza scrupoli o lobby pur di fornire a qualcuno/i straordinari sogni, demolendo e offendendo i diritti dei lavoratori e dei cittadini nel nome della riduzione della spesa.

La ristrutturazione nel Ministero della Difesa rispecchia esattamente questo nefasto disegno politico_sindacale condiviso favorevolmente da CGIL, CISL, UIL, che attraverso  l’istituzione dell’Agenzia Industria Difesa (gestione modello privatistico) nella quale sono transitati anche i dipendenti ministeriali di Torre Annunziata, si sono vantati dello sforzo effettuato per il mantenimento dei livelli occupazionali con la certezza divulgata di un rilancio produttivo che potesse addirittura offrire nuovi posti di lavoro.

Ebbene, questo processo vuoto e falso nonostante fu ostacolato fortemente dalla Organizzazione Sindacale R.d.B./CUB con il preannunciato fallimento prima che la transizione si effettuasse, esso avvenne, producendo una fuga di circa 80 lavoratori e calando sullo stabilimento un coperchio di timori e incertezze per chi rimaneva.

Lunedì 25 giugno dopo una riunione con la Direzione di questo Stabilimento abbiamo appreso un ulteriore probabile effetto di riduzione del personale con la disposizione di direttive che l’Agenzia ha messo in campo circa il rapporto percentuale che un’organizzazione di lavoro deve avere in base all’Art.1 comma 440 della legge Finanziaria 2007, ricevendo inoltre, dichiarazioni di lavoro avviato con un risultato di 42 lavoratori fuori dall’assetto organico.

Queste dichiarazioni di ulteriori e possibili perdite di posti di lavoro suggellano il marchio del Fallimento dell’Agenzia Industria Difesa e della politica sindacale che affermano il rilancio produttivo e occupazionale attraverso la gestione di tipo privatistico.

Se nel nostro caso ciò non fosse vero significherebbe che i dati produttivi e gli obiettivi che la gestione si erano prefissati sarebbero positivi, tanto da dire anziché di personale fuori organico, personale da integrare e quindi da assumere.

Sicuri di non essere smentiti, la R.d.B/CUB stanca di ribadire il FALLIMENTO TOTALE che la ristrutturazione ha prodotto nel suo insieme, fa emergere attraverso l’assenza di Piani Industriali e l’assenza di produzioni alternative, il proprio disappunto, denunciando l’incapacità di chi gestisce che oltre a non sortire nessun risultato di efficacia, danneggia sperperando il denaro pubblico, tutto con l’appoggio di una classe politica fallimentare e vergognosa che altro non offre se non una società svuotata di valori e diritti conquistati nel tempo.

Pertanto la R.d.B./CUB diffida questa Direzione e l’Agenzia tutta a bloccare questo processo che non ha nessuna logica di disposizione se non prima di conoscere un vero e serio Piano Industriale rispetto al quale modellare un Organico.

In mancanza sicuramente di esso e per i risultati fallimentari sopra citati della Agenzia Industria Difesa la R.d.B./CUB chiede di avviare un serio confronto a tutti i livelli affinché si possa ottenere dal Ministro pro tempore la nomina del Comitato paritetico e il rientro previsto nel Ministero della Difesa con compiti di servizio per i cittadini, proponendo una trasformazione dell’Ente e facendolo rientrare nello studio di cui si occuperà prossimamente la 4a Commissione della Difesa per gli stabilimenti militari da riconvertire.

 

Torre Annunziata, 03/07/2007

                                                                           R.d.B./CUB Aziendale