E.P.E.: PICCOLO PASSO INDIETRO DEL GOVERNO, MA NON ANCORA SUFFICIENTE.
Per responsabilità di coloro che non intendono esprimere con chiarezza i loro intendimenti nel merito della proposta di ristrutturazione dell’Area Industriale della Difesa, con l’incontro odierno il Governo e gli Stati Maggiori si permettono di procrastinare le scelte per il futuro degli Arsenali e degli Stabilimenti Militari.
Indecenti e intollerabili si sono dimostrati gli atteggiamenti di attesa di alcune sigle sindacali che evidentemente sono più interessate alle elezioni RSU che al futuro dei lavoratori che rappresentano.
Siamo sicuri che le manifestazioni messe in atto dai lavoratori dell’Arsenale di Taranto, le posizioni assunte dalle RSU e dai lavoratori dei Poli e Stabilimenti, attraverso anche documenti di indubbia efficacia e non ultimi i rilievi di carattere politico e giuridico/amministrativo da noi presentati, hanno convinto il Governo a fare mezzo passo indietro rispetto alla decisione di avviare senza alcuna riflessione, progetto e piano industriale, il percorso individuato nella “Proposta” di riorganizzazione gli Stabilimenti dell’Area Industriale attraverso la costituzione dell’ Ente Pubblico Economico.
Mezzo passo indietro appunto, che sarebbe potuto diventare un successo, se nell’incontro TUTTI avessero espresso con chiarezza la loro contrarietà in merito alla costituzione dell’ E.P.E. senza aver paura di fare torto a qualcuno del Governo.
Di questa loro ambiguità dovranno tenerne conto i lavoratori.
Nell’intervento introduttivo del Sottosegretario On.le M.VERZASCHI, è stata illustrata la decisione di promuovere nella Finanziaria 2008 una legge delega che affidi al Comitato Area Industriale Difesa (CAID) il compito di elaborare una proposta per la ristrutturazione degli Stabilimenti Industriali senza alcun vincolo di ordinamento predefinito.
La RdB ha richiesto, e ci batteremo per affermare anche nella legge delega, che l’intendimento prioritario è quello di riorganizzare le strutture lavorative all’interno dell’ordinamento esistente, a garanzia del ruolo pubblico e a tutela del nostro stato giuridico di dipendenti pubblici.
Siamo assolutamente contrari a qualsiasi tipo di ristrutturazione che veda il personale, i mezzi e le infrastrutture fuori dalla gestione e dal controllo diretto del Ministero della Difesa nonché ad ogni forma di privatizzazione, anche di quelle mascherate, passanti con il nome di Ente Pubblico Economico.
Riteniamo al momento insufficienti le richieste di un finanziamento annuo per tre anni di 20 milioni di euro per l’adeguamento delle infrastrutture, di cui 8 milioni per l’anno 2008 destinato specificatamente all’Arsenale di Taranto.
Attendiamo l’approvazione in Finanziaria 2008 per quanto riguarda gli impegni relativi al passaggio di tutti i nostri colleghi della ex-area A (oggi PRIMA) alla ex-area B (Seconda), della deroga al blocco delle assunzioni e alla stabilizzazione del finanziamento per le missioni all’estero di 10 milioni di euro dal 2008 ad integrazione del FUA.
Invitiamo tutti i lavoratori a mantenere viva l’attenzione in questa fase così delicata per il nostro futuro lavorativo e a tenere d’occhio le scomposte reazioni di coloro che mal volentieri sopportano la nostra presenza al tavolo delle trattative.