I contenuti della legge 15/09 e le preoccupazioni dei lavoratori.
I contenuti della legge 15/09 - decreto Brunetta – come ad esempio le tre fasce di merito e l’appesantimento delle pene disciplinari, determineranno verosimilmente a partire dal 2010 effetti sconvolgenti, nel senso che l’attuale sistema di negoziazione nulla potrà contro le regole brunettiane.
E’ bene precisare quali e quante siano state le responsabilità delle Organizzazioni Sindacali di CISL UIL e UGL nell’attuazione di questa “riforma”, ma anche quanto disinteresse, distacco e insensibilità abbia contribuito ad una così incontrastata realizzazione.
La RdB ha fatto la sua parte con campagne d’informazione e costruendo momenti importanti di contrasto, due scioperi nazionali come esempio per tutti, ma principalmente ha sempre dimostrato con i fatti la profonda contrarietà al progetto Brunetta e allo smantellamento della Pubblica Amministrazione nel suo complesso.
Oggi, con l’avvicinasi di questa scadenza a fronte principalmente di una riduzione del salario accessorio, troviamo rinnovato l’interesse dei lavoratori e le preoccupazioni che naturalmente ne scaturiscono, trascurando che l’elemento retributivo non sempre è l’aspetto principale ma è solo il risultato finale.
In ogni caso, la norma prevede che al 25% del personale vada il 50% di tutte le risorse del salario incentivante, la rimanenza al 50% di personale mentre neanche un euro deve essere riconosciuto a quel 25% di personale che si colloca nell’ultima fascia.
Per completezza d’informazione, la norma lascia dei margini di trattativa prevedendo che la contrattazione integrativa possa rimodulare per un massimo di 5 punti percentuali, in più o in meno, compensando le unità di personale collocabile nella fascia alta ed in quella bassa.
- il 2009, come ipotesi d’accordo FUA, ha visto riconosciuto una quota di circa 1.200 euro lorde pro capite come quota FUS;
- per i 192 lavoratori in un ipotetico ente della Difesa saranno disponibili circa 230.000 euro di FUS totale nel 2010;
- al 25% del personale andrà il 50% della somma, pari a 115.000 euro, cioè 48 lavoratori percepiranno un importo pro capite lordo di circa 2.400 euro (a 57circa 2000 euro con la rimodulazione del 5%);
- al 50% del personale andrà il restante 50% della somma, pari a 115.00 euro, cioè 96 lavoratori riceveranno un importo pro capite lordo di circa 1200 euro;
- al restante 25% del personale, 48 dipendenti (38 con la rimodulazione del 5%), semplicemente nulla, neanche un euro.
La riforma prevede anche il “bonus annuale delle eccellenze” assegnato al massimo del 5% del personale collocato nella fascia di merito alta, quella del 25% per intenderci.
Tale bonus non può essere inferiore al 10% né eccedere il 30% della retribuzione complessiva.
Quindi 2,4 - 2,8 lavoratori con la rimodulazione, diciamo 3, scelti tra i bravissimi del nostro ipotetico ente percepirebbero un bonus non inferiore a 2500 euro (nel caso dell’applicazione minima del 10%) per un totale di 4.500 euro di FUS e di 9.500 euro per l’applicazione della percentuale massima del 30%.
Il dirigente potrà dare un giudizio di insufficiente rendimento e, se consecutivi per due anni, far scattare il licenziamento del dipendente.
Non è difficile immaginare gli episodi di cannibalismo o di guerra che si scateneranno nei posti di lavoro per cercare di allocarsi nella fascia più alta ed essere i fortunati beneficiari, com’è facile prevedere le “porcate” che ne conseguiranno grazie ai nostri rappresentanti sindacali e a molti delegati RSU che, pur di continuare a ritagliarsi posizioni di comodo, continueranno a firmare accordi magari anche a tavoli separati.
La RdB è contraria alla contrattazione del FUA/FUS a regime brunettiano, sia per l’ingiustizia e la discriminazione lavorativa/salariale tra dipendenti sia principalmente per un concetto deviato di riforma di Pubblica Amministrazione che, rappresentando tutti quelli che vi operano come “fannulloni” e “mangia pane a tradimento”, ne sostengono la causa di tutti i mali e di tutti i disservizi.
Chi mostra il fianco a questa tesi, ne è partecipe e carnefice.