IL 6 SETTEMBRE E' SCIOPERO GENERALE!

Lo stesso giorno per ricomporre la possibilità di espressione dell'opposizione sociale, ma in piazze diverse perchè diversi sono obiettivi, contenuti, rapporti sociali e soprattutto chiarezza di intenti e di proposte.

Roma -

Una vera e propria manovra contro la gente comune, i lavoratori, il Paese.

Dentro c’è di tutto meno quello che davvero servirebbe, cioè sganciare l’Italia dalla morsa della speculazione finanziaria e dai diktat dell’Europa.

79 Miliardi di euro a luglio, 45 ad agosto e non è detto che ci si fermi qui riuscendo a non toccare i veri ricchi, quel 10% delle famiglie che detiene oltre il 50% della ricchezza del Paese e quelli che evadono per oltre 120 miliardi di euro l’anno.

Il Governo se la prende ancora con i lavoratori a reddito fisso come i lavoratori pubblici che saranno chiamati a pagare con le loro scarne tredicesime (quelle con cui si paga il mutuo!) l’inettitudine di una dirigenza lottizzata ed incapace, che saranno ridotti (licenziati?) in ragione del 10% del personale delle amministrazioni centrali e che vedranno il proprio TFR, scampato grazie ad una forte resistenza alla trappola dei fondi pensione, erogato dopo due anni.

I nuovi enormi tagli, dopo quelli di luglio, agli enti locali e il via libera alle privatizzazioni di ogni servizio pubblico produrranno un aumento esponenziale della tassazione locale e un attacco mortale a ciò che rimane del welfare.

L’attacco, definitivo e per legge, al contratto nazionale di lavoro è un altro regalo ai padroni che potranno così disporre, assieme ai sindacati complici, della vita dei lavoratori nei luoghi di lavoro.

Le Confederazioni e le Organizzazioni Sindacali USB, Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SICobas e USI riunitesi il giorno 24 agosto 2011 considerano indispensabile una forte risposta dei lavoratori alle manovre di luglio e di agosto del governo.

In questo senso si indice lo sciopero generale di 8 ore per il giorno 6 settembre 2011, quale primo momento di una mobilitazione che non si esaurisce chiaramente con questa azione di lotta, a sostegno della seguente piattaforma:

 > contro le politiche dell'Unione europea e le manovre del governo che applicano le misure imposte dall'Europa, dalle banche e dai poteri forti finanziari che hanno determinato e speculato sull'attuale crisi mondiale;

 > per la cancellazione del debito, il blocco delle spese militari e una politica nazionale ed europea basata sui diritti e le legittime aspettative dei popoli e non della finanza e degli speculatori;

 > contro l’evasione/elusione fiscale e contributiva e per una politica fiscale a sostegno del lavoro dipendente e dei redditi; per il diritto all'abitare;

 > per una forte patrimoniale e la tassazione delle rendite e delle transazioni finanziarie;

 > contro la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio e del libero mercato;

 > per la nazionalizzazione delle banche e delle grandi imprese strategiche per il paese e per un impegno dello stato capace di rilanciare e finanziare la produzione e i servizi;

 > a difesa dello Statuto dei lavoratori, contro l'attacco ai diritti dei lavoratori e il patto sociale che il governo vuole trasformare in legge;

 > riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, lo sblocco dei contratti di lavoro, la difesa del Contratto nazionale, l'istituzione del reddito sociale, la fine della precarietà ed il diritto al lavoro stabile;

 > per la regolarizzazione generalizzata dei migranti e per il mantenimento del permesso di soggiorno di coloro i quali hanno perso il lavoro;

 > contro le privatizzazioni mascherate da liberalizzazioni per la difesa dei beni comuni in coerenza con gli esiti referendari;

 > contro la privatizzazione della scuola, della ricerca e dell'università e per il diritto al sapere;

 > contro l'abolizione delle festività a partire dal 1° maggio e dal 25 aprile;

 > per una legge democratica e pluralista sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro.

La concomitanza dello sciopero con quello indetto anche dalla Cgil non deve essere interpretato come una condivisione delle motivazioni proposte da questa confederazione dalla quale ci divide nettamente anche la firma dell'accordo del 28 giugno scorso.

Il 6 settembre manifesteremo quindi in molte città italiane su piazze diverse da quelle della Cgil.