Le dichiarazioni del Ministro della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, non lasciano possibilità di fraintendimento.
L’estensione della riforma del mercato del lavoro di Monti-Fornero alla Pubblica Amministrazione svela le vere intenzioni di questo Governo: il licenziamento di massa dei pubblici dipendenti entro l’estate.
Applicare la possibilità di licenziamento per motivi economici nella Pubblica Amministrazione vuol dire mettere sotto ricatto tutti i dipendenti pubblici poichè non esiste un solo luogo di lavoro pubblico che, a causa delle politiche centrali e territoriali, non sia dichiarato in difficoltà economica.
A questo si aggiunga l’intenzione esplicitata al tavolo di confronto nazionale dai tecnici del Ministero di modificare la flessibilità in entrata, prevedendo di fatto il licenziamento di chi attualmente lavora nella P.A. con un contratto precario, nonché il tentativo esplicitato dal Ministro, che trova il consenso di tutti i sindacati concertativi, di procedere alla privatizzazione della previdenza, attraverso l’istituzione dei fondi pensionistici cosiddetti integrativi, attraverso lo scippo del trattamento di fine rapporto.
"Spero che capiscano tutti - ha affermato Patroni Griffi - anche i sindacati. Devono accettare il meccanismo di mobilità obbligatoria per due anni che già esiste ma che ancora non è stato attuato. Noi andiamo avanti e in tempi brevi definiremo per ogni singola amministrazione, il quadro delle eccedenze del personale in servizio. E chiariremo - ha aggiunto - che questo non significa che dopo 24 mesi quei lavoratori dovranno essere licenziati.
Prima proveremo a vedere se quel personale, riqualificato, potrà essere utilizzato meglio in altri settori. Poi, solo se alla fine non si troveranno alternative l'unica strada rimarrà quella del licenziamento.
L'obiettivo è di fare tutto entro l'estate anche perché, già nella seconda metà di maggio dopo gli incontri che ho in corso con i sindacati, vorrei che si varasse il disegno di legge sulle nuove regole del pubblico impiego".
Una vera manna dal cielo per l'attuazione della riforma del Ministero della Difesa proposta dal Ministro Di Paola e approvata dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 6 aprile.
Per l'abbattimento di 10.000 posti in organico per il personale civile fino al raggiungimento di 20.000 unità si prevede la mobilità interna ed esterna, la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale (part-time) e il ricorso a forme di lavoro a distanza.
Mentre le Organizzazioni Sindacali presenti nel Dicastero continuano a rassicurare i lavoratori e a screditare chi è fuori dal coro, USB ha già avviato mobilitazioni in diversi settori della Pubblica Amministrazione: dalla Agenzia delle Entrate ai settori educativi e scolastici comunali.
La mobilitazione continuerà con i lavoratori del Ministero della Difesa e i lavoratori delle Provincie, dove gli esuberi sono già una realtà per decine di migliaia di lavoratori.