Il Ministro Giarda ai ministeri: niente ritardi. Entro il 31 maggio i tagli per quest'anno e anche quelli per il biennio 2013-2015.
I piani di razionalizzazione della spesa per il biennio 2013-2015, che dovranno agire su personale, trasferimento e acquisti di beni e servizi, dovranno essere pronti entro il 31 maggio.
Per il 2012 possibili anche misure temporanee.
Dal 2013 solo interventi strutturali con stretta su personale, trasferimenti e forniture.Sui tagli selettivi dei ministeri per il 2012, necessari per evitare il previsto aumento autunnale dell'Iva, non sono cosentiti ritardi.
E anche i piani di razionalizzazione della spesa per il biennio 2013-2015, chedovranno agire su personale, trasferimento e acquisti di beni e servizi, dovranno essere pronti entro il 31 maggio.
A ricordare ai colleghi di Governo che sulla "spending review" non si può più perdere tempo è il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, che nei giorni scorsi ha preso carta e penna e ha inviato una missiva a tutti i ministeri tanto stringata quanto chiara.
«Caro collega - scrive Giarda - ti invito a indicare, entro il 31 maggio, le ipotesi di contenimento sui programmi che rientrano nella sfera di competenza della tua amministrazione».
Una sollecitazione che sembra suonare anche come un avvertimento per stroncare sul nascere tentazioni di "melina" per evitare i tagli, alla luce dei ritardi che si stanno registrando nell'invio dei programmi di razionalizzazione da parte di alcuni dicasteri.
Non a caso il Comitato Interministeriale ha già fissato per il 12 giugno la data ultima in cui verranno tirate le somme sui piani dei ministeri e sugli interventi collegati al cronoprogramma presentato dal super-commissario Enrico Bondi per giungere al varo, nei giorni immediatamente successivi, di un decreto legge con cui dare operatività ai tagli per almeno 4,2 miliardi nel 2012.
Il tutto in piena sintonia con la direttiva del premier Mario Monti del 3 maggio scorso sulla spending review.
Direttiva che viene subito evocata da Giarda nella sua missiva per ricordare ai colleghi di Governo il termine del 31 maggio per la presentazione dei progetti contenenti «sia gli interventi di revisione e riduzione della spesa atti a generare i risparmi previsti, sia misure di razionalizzazione organizzativa e di risparmio per gli esercizi futuri».
Un'iniziativa, quella di Giarda, presa d'intesa con il Comitato Interministeriale sulla revisione della spesa pubblica di cui il ministro per Rapporti con il Parlamento fa parte insieme al premier, al ministro della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, e al viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli.
Con la missiva Giarda ha dato anche alcuni indicazioni aggiuntive rispetto alla direttive varata a inizio maggio e al decreto sulla spending review attualmente all'esame del Senato.
Anzitutto Giarda ricorda che gli interventi di riduzione della spesa dovranno essere permanenti e strutturali ma il ministro aggiunge anche che, per il solo 2012, «potranno essere ammessi interventi di natura temporanea che abbiano effetti limitati» all'esercizio in corso.
Giarda sottolinea poi che insieme alla prima fase di spending review, quella con cui dovranno essere ricavati i 4,2 miliardi necessari per evitare l'aumento autunnale dell'Iva, dovranno essere presentati sempre in questi giorni da tutti i ministeri i progetti preliminari per ridurre significativamente «la dinamica della spesa nel triennio 2013-2015» (la cosiddetta "fase due").
Progetti che dovranno prevedere restrizioni su tre fronti: personale, trasferimenti, acquisti di beni e servizi.
Su quest'ultimo versante sta continuando a lavorare Bondi per tramutare in misure vere e proprie il suo cronoprogramma.
Comporre il puzzle degli interventi per giungere a quota 4,2 miliardi non è però semplice.
Una delle tessere più complicate è quella della sanità che dovrebbe garantire almeno 1,5 miliardi.
Ieri il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha ribadito che gli attesi risparmi sugli acquisti partiranno dal 2013.
Intanto per racimolare risorse rispunta la proposta di accorpare alcune festività alle domeniche più vicine.
A rilanciarla è il Pdl, limitatamente al 1° maggio e al 25 aprile, con un emendamento al decreto sulla spending review che al vaglio delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato.