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Roma -

Sono riprese in tutto il paese le iniziative per il rilancio delle mobilitazioni contro la guerra e l’aumento delle spese militari, contro la costruzione della nuova base NATO a Vicenza e le servitù militari, a cominciare dalla manifestazione di Novara del giorno 19 maggio per opporsi alla costruzione del nuovo caccia bombardiere F35 presso la base dell’Aeroporto di Cameri, che ricordiamo verrebbe utilizzato in missioni d’attacco contro obiettivi a terra e potenzialmente armato anche con ordigni nucleari tattici.

 

Contemporaneamente partiranno da Aviano, Sigonella e dalla stessa Novara tre carovane che attraverseranno tutta l’Italia per rilanciare le ragioni dell’opposizione a questa mortale strategia interventista e arriveranno a Roma il 2 giugno per partecipare alla controparata militare che preparerà il terreno alla contestazione del 9 giugno al presidente Usa G.Bush in visita a Roma.

 

In questa giornata, saranno sul tavolo tutti i temi caldi della politica internazionale: NATO, Afganistan, scudo spaziale, moratoria sulla pena di morte e soprattutto il Medio Oriente, dove il ministro degli affari esteri D’Alema è impegnato in un tour diplomatico di consultazioni, che nei giorni scorsi è stato argomento di dichiarazioni rappresentando la possibilità e disponibilità negoziatrice italiana al dialogo tra le parti anche ipotizzando l’invio di un contingente militare per ciò che riguarda la grave crisi palestinese a Gaza.   

 

I sindacati di base saranno tra i protagonisti di questa giornata di mobilitazione,  manifesteremo tutta la nostra contrarietà nel dare soluzione alle questioni internazionali con lo strumento della guerra, dove non può esserci pace senza l'effetto deterrente delle armi.

 

Porteremo le nostre ragioni contro una politica d’investimento che predilige gli interessi economici stabiliti sul privilegio e l'esclusione, contro la difesa con la forza delle armi della violenza strutturale del Nord sul Sud.

 

Dobbiamo invertire al più presto questo processo, superare gli attuali accordi in merito alle servitù militari come precisa politica di militarizzazione del territorio funzionale alle missioni della guerra globale permanente, riportare le prerogative istituzionali a quanto stabilito dalla Carta Costituzionale.

 

E’ necessario arrestare le trasformazioni e gli adeguamenti che hanno determinato negli anni una progressiva crescita del bilancio della Difesa relativamente ai finanziamenti destinati alle spese militari e ai settori a queste collegate (armamenti e missioni), e un progressivo depauperamento delle risorse indirizzate alle attività di supporto civile e ai settori non direttamente collegati alle missioni all’estero e all’impegno nei teatri di guerra.