Incontro C.R.A.M.M. del 14 luglio: l'ennesima replica.
La riunione tecnica svoltasi con il C.R.A.M.M. ha nuovamente evidenziato l’indisponibilità nel rendere pubblici i contenuti dello studio, in corso di completamento, per il riordino degli Arsenali della Marina.
E’ dal 6 giugno che lamentiamo e denunciamo un atteggiamento d’esitazione e distrazione da parte di tutte le componenti, nessuno escluso, tendente ad occultare la reale portata di questo processo di conversione che porterà lacrime e sangue per i lavoratori della Difesa.
Questo non toglie il debito d’informazione che l’Amministrazione ha nei confronti del Sindacato, che non può risolversi “a parole e con una chiacchierata”, ma che richiede, anche se in modo incompleto, di una documentazione che chiarisca le linee strategiche d’intervento e il piano industriale che ne scaturisce.
In ogni caso, non è mai stata nostra intenzione intervenire in questa discussione per concertare i documenti di lavoro e trasformarli in un prodotto finale condiviso.
Il nostro rifiuto a questa trasformazione è manifesto da sempre.
Il polverone che scaturirà da questa vicenda non muoverà di un millimetro le intenzioni generali dell’Amministrazione e delle OO.SS. poichè tuto è già stato concordato: la partita è truccata e i lavoratori non lo sanno!!
Fatta esperienza del passato, era scontato che sarebbe andata a finire così.
La RdB Difesa, conseguentemente a questo, ha espresso l’indisponibilità al proseguimento degli incontri e ha deciso di abbandonando la riunione, ritenendo terminato il confronto in questa prima fase.
Alcune informazioni, però, sono degne di essere mostrate per capire meglio di cosa stanno parlando e decidendo sulle nostre teste.
In estrema sintesi, le informazioni divulgate e contenute nel piano di studio del C.R.A.M.M.:
- Ente Pubblico per la gestione dei tre Arsenali;
- Trasformazione del contratto di lavoro da pubblico a privato per il
personale;
- dimagrimento delle strutture periferiche (arsenali) a vantaggio di quella
centrale;
- operatività manutentiva al 100% per Taranto;
- operatività manutentiva al 50% per La Spezia con necessità di
apertura al mercato esterno;
- ruolo coordinamento lavori a vocazione operativa per Augusta;
Per quello che ci riguarda, il confronto e l’opposizione a questo progetto continuano nelle sedi istituzionali al momento preposte e sui posti di lavoro.
Il progetto è chiaro e condiviso da tutti.
Dimostriamo che a questa farsa non ci vogliamo stare e rifiutiamo in modo incondizionato riduzioni di posti di lavoro e privatizzazione per gli interessi economici altrui.