L’incontro riguardante l’ipotesi d’accordo sulle Posizioni Organizzative si è volto in data 23 giugno nella sede di Persociv dove l’Amministrazione (in accordo con OO.SS. Confederali) ha finalmente avanzato una proposta che in buona sostanza modifica ben poco del precedente accordo.
Questo è il risultato di una farsa amara e tragica insieme che, a fronte di un’unanime richiesta delle OO.SS. Nazionali di rivederne i criteri di riconoscimento, non sposta di una virgola né il numero di posizioni organizzative né la ripartizione economica di assegnazione per ciascun ente.
Si afferma così una totale mancanza di credibilità di un certo tipo di sindacato come sintesi estrema di quella “polverizzazione sociale” mista alla “deriva autoritaria” attualmente rappresentata dall’era Confederale.
Da questo processo di “decomposizione” ne conseguono scelte che, in questo caso specifico, vede un contingente di personale grasso e distaccato, e un altro numericamente più consistente equiparabile ad un’ex colonia centro-africana. La responsabilità richiamata è in virtù soprattutto di quella mancanza di progettualità e di attendibilità non più in grado di rappresentare la vera alternativa ad un sistema di potere e di governo.
Del resto, gli interpreti sindacali più 'autorevoli’ che, senza sporcarsi le mani, ai vertici dei poteri, respirano l’aria alterata dell’andazzo, ostentano prudenza là dove invece sarebbe necessario intervenire con determinazione, governano con quel subdolo e tacito sistema che sovrasta uomini, cose e istituzioni.
Quel che sconcerta è questa maniera di intendere la difesa dei diritti dei lavoratori, il bene sociale, che investe e alimenta il quotidiano di un’esistenza inevitabilmente intrecciata, che sarebbero dovuti e che, invece, trovano la loro soddisfazione nella concessione e nella riconoscenza.
E’ una condizione umana, psicologica e sociale degradante e degradata, che viola i diritti dell’individuo, li calpesta, rendendolo soggetto passivo di uno Stato a metà.
Solo proclami e propaganda, cambiare tutto per non modificare nulla.