La cessione delle aree della Marina Militare nella Base Navale di Messina alla Guardia Costiera: quale futuro per 460 dipendenti civili?

Messina -

Apprendiamo dagli organi d’informazione che il Ministero della Difesa e quello dei Trasporti stanno predisponendo un protocollo d’intesa per la definitiva cessione delle aree della Marina Militare nella Base Navale di Messina per la nuova destinazione alla Guardia Costiera.

 

A seguito di un lento ma progressivo ridimensionamento delle funzioni strategiche nonché dei ridotti investimenti logistici, in questi anni la Marina Militare ha dato corso all’inevitabile decadimento delle strutture per arrivare così alla completa dismissione delle strutture, prevedendo soltanto l’istituzione dell’Autorità dell’Alto Ispettorato per la sicurezza dello Stretto che avrà sede nella ex palazzina dell’Ammiragliato di Marisicilia con un organico di 40 unità.      

 

Dagli articoli in questione viene svelata la pianta dell’area appartenente alla Difesa Italiana, con l’indicazione delle nuove destinazioni individuate da un’imprevista diramazione del Piano Regolatore generale dell’Authority portuale di Messina.

 

Di fronte a tale iniziativa è lecito chiedere ai vertici della Difesa se ci troviamo di fronte ad un azzardato sconfinamento istituzionale o ad un concordato passaggio di competenze ancora a noi sconosciuto.

 

Da tempo, di contro, i locali organi d’informazione trasmettono specifici progetti o, più banalmente, allusioni sull’appropriazione dell’area della Difesa, operazione che la classe politica messinese fa apparire come scontata, così da sollecitare suadenti interpretazioni che si stanno concretizzando in un saldo “convincimento popolare”.

 

Questi programmi, però, si scontrano con i nuovi insediamenti di ampia giurisdizione territoriale della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, subentranti negli spazi liberati dalla Marina Militare.

 

A fronte di tale assalto mediatico della politica del luogo, non si spiega l’arrendevolezza del Ministero della Difesa che, invece, di difendere con maggiore carattere e chiarezza le proprie posizioni, ha reso pubblica la pianta di un’area ancora in uso alla Marina. Si prospetta così il rischio di un’espropriazione pilotata a danno dell’interesse pubblico, che si manifesta nell’elaborare progetti che prevedono l’eliminazione e l’emarginazione in spazi ridicoli dei nuovi insediamenti della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.

 

In tutto questo, alcune delle più blasonate segreterie provinciali sindacali hanno espresso da tempo la massima soddisfazione e fiducia in quello che presumibilmente ritengono essere un un’occasione di vera ripresa e di rilancio del territorio.

 

Non possiamo che essere favorevoli ad uno sviluppo delle attività produttive se questo reca beneficio alla cittadinanza nel suo complesso, ciò che non avverrà ipotecando ulteriori porzioni del territorio cittadino. Senza dimenticare che la nostra grande preoccupazione è per il personale dipendente degli Enti della Difesa interessati, ai quali potrebbe non essere assicurata continuità lavorativa sul territorio, col rischio di mobilità d’ufficio o trasferimento fuori provincia.

 

In tal senso questa O.S. si è attivata nel richiedere un incontro urgente allo Stato Maggiore Marina per far luce, si spera, su questa vicenda.