La Funzione Pubblica propone i contenuti della riforma del mercato del lavoro anche per la Pubblica Amministrazione.

Roma -

Il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione ha convocato il 29 marzo le Organizzazioni Sindacali rappresentative ad un tavolo di confronto a Palazzo Vidoni con l’obbiettivo di stilare un nuovo protocollo sul lavoro pubblico.

I temi del confronto riguardano il nuovo modello contrattuale, il reclutamento, la mobilità, l’occupazione e la previdenza complementare.

Siamo di fronte ad un Governo che vuole modificare pesantemente gli assetti ed il lavoro della Pubblica Amministrazione, con il coinvolgimento dei sindacati concertativi e dei governi territoriali, proponendo i contenuti del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro anche per la Pubblica Amministrazione.

Tutto questo in una cornice normativa che negli ultimi anni ha visto il pubblico impiego schiacciato da una serie di pesanti riforme che prevedono sia il licenziamento per insufficiente rendimento (Riforma Brunetta) che il licenziamento economico (previsto dalla legge di stabilità per l’anno 2012 in caso di eccedenze di personale), il taglio del 10% delle risorse per gli organici e per l'avvio della contrattazione nazionale.

USB Pubblico Impiego intende partecipare ai lavori con una Piattaforma riassumibile nei seguenti punti, sostenuta dalla partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso momenti di mobilitazione da costruire territorialmente.  

 

CONTRATTAZIONE

  • Sbloccare il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, che deve restare il riferimento unitario dei singoli comparti del pubblico impiego, abrogando la previsione della riforma Brunetta di riduzione dei comparti.
  • Restituire piena funzione alla contrattazione integrativa, limitando l’azione degli organi di controllo alla sola verifica della copertura economica degli accordi.
  • Riconoscere alle organizzazioni sindacali titolarità di contrattazione in materia di organizzazione del lavoro.
  • Porre il problema della sicurezza e della salute nei posti di lavoro al primo punto della contrattazione integrativa.
  • Eleggere rappresentanti dei lavoratori (RSU) a tutti i livelli di contrattazione (nazionale, regionale, locale)
  • Cancellare le fasce di merito ed ogni altra norma introdotta dalla Riforma Brunetta in tema di meritocrazia.
  • Superare il fenomeno del mansionismo e consentire la crescita professionale ed economica tra le Aree ed all’interno delle stesse, applicando ad entrambe le tipologie selettive le regole definite dal contratto collettivo nazionale di lavoro in vigore al posto di quanto stabilito dalla Riforma Brunetta.
  • Riconoscere ampia autonomia alla contrattazione integrativa nella gestione delle risorse oggi destinate ad incentivo, per poterle ridurre o azzerare attraverso forme di stabilizzazione del salario accessorio che riguardino tutti i lavoratori.
  • Far pagare l’organizzazione del lavoro all’amministrazione pubblica, addebitando il costo delle posizioni organizzative al bilancio della singola amministrazione.  

RECLUTAMENTO, MOBILITA’, OCCUPAZIONE   

  • Bloccare la continua riduzione degli organici che produce effetti negativi sulla qualità dei servizi.
  • Stabilizzare tutti i precari che hanno avuto un rapporto di lavoro pluriennale con la pubblica amministrazione.
  • Assumere tutti i vincitori di concorso e utilizzare le graduatorie degli idonei prima di bandire nuove selezioni pubbliche.
  • Favorire l’ingresso dei giovani nella pubblica amministrazione attraverso i concorsi pubblici.
  • Impedire qualunque fenomeno di mobilità coatta o, peggio, di licenziamento dei lavoratori considerati in esubero.  

PREVIDENZA COMPLEMENTARE

  • Respingere qualunque norma che renda obbligatoria l’adesione ai Fondi per la previdenza complementare.
  • Obbligare il Governo a rilanciare la previdenza pubblica per assicurare in futuro pensioni dignitose, sollecitando interventi legislativi che rivedano il sistema di calcolo ed intervengano contro la precarietà del lavoro e contro l’evasione contributiva.

Gli interventi del Governo Monti sulle pensioni e sul lavoro stanno demolendo definitivamente l’impalcatura dell’assetto sociale del Paese, con l’intento di cancellare ogni diritto dei lavoratori ed annullare ogni funzione del sindacato.

USB ritiene che non ci si debba arrendere all’evidenza, ma lottare con sempre maggiore forza, determinazione e partecipazione per riaprire una stagione di conquiste di diritti da parte delle lavoratrici e dei  lavoratori.