La Marina Militare beve champagne mentre la crisi soffoca i lavoratori.
In periodi di estrema difficoltà economica, non c'è limite all'esagerazione per soddisfare i desideri personali.
Mentre il Capo di stato Maggiore della Marina Militare lancia un "rischio operatività" a causa dei tagli, è incredibile come si possa emanare e tollerare una disposizione che preveda personale in servizio (quale?) per accogliere con champagne e mandorle tostate l'ammiraglio di turno.
Apprezziamo l'iniziativa di formulare un'interrogazione parlamentare ma è certo che la soluzione non può limitarsi all'appianamento dell'episodio in corso quanto ad un'etica e onesta gestione delle risorse.
Spending review oggi e revisione dello strumento militare domani sottraggono risorse economiche ai lavoratori per continuare a garantire in maniera sistemica le attività connesse alle forze armate.
Ma non solo: mettono in pericolo i beni comuni, la scuola e la ricerca pubblica, la salute e l'ambiente.
Un'altra politica è possibile, quella economica pagata dalle banche, dalla finanza dei ricchi e dal grande capitale, che determini il taglio delle spese militari e la cancellazione delle missioni di guerra, la soppressione dei privilegi delle caste politiche e manageriali, la cancellazione di tutti i trattati che hanno accentrato il potere decisionale nelle mani di una oligarchia.