La scure sulla Pubblica Amministrazione: oltre 4mila lavoratori in esubero, 3.200 solo nei ministeri.
Nell'incontro odierno con i Sindacati, il Ministro della Funzione Pubblica ha illustrato il piano di tagli nelle Amministrazioni centrali dello Stato previsto dalla spending review.
Sono 4028 i lavoratori in eccesso nella Pubblica Amministrazione che saranno colpiti dai prossimi provvedimenti del Governo: il conteggio si riferisce solo al personale con incarichi non dirigenziali e riguarda le piante organiche di circa cinquanta amministrazioni centrali tra cui alcuni Ministeri.
Sarebbero 48 i dirigenti di prima fascia in esubero e 439 quelli di seconda.
Altri 126 esuberi saranno previsti negli Enti pubblici di ricerca.
La riduzione di spesa complessiva per le casse dello Stato dopo la riduzione del personale ammonterebbe a circa 342 milioni.
Dalle tabelle distribuite ai sindacati, si riscontra che i calcoli si riferiscono solo a una parte della Pubblica Amministrazione, escludendo Enti locali, Scuola, Forze Armate, Croce Rossa, Istituto Commercio Estero, Presidenza del Consiglio dei Ministri ma anche ministeri come Giustizia, Interni, Esteri e Inps-Inpdap, su cui dobbiamo aspettarci riduzioni organiche significative.
La relazione tecnica al decreto legge sulla "spending review" riportava 24mila esuberi circa su una platea complessiva di 3,3 milioni di dipendenti pubblici.
Insomma, il Governo mette sul tavolo un ampio piano di riordino del lavoro pubblico che darà il via, tra le altre cose, ad un tavolo tecnico sul precariato nel pubblico impiego.
Sui criteri di attuazione degli esuberi e sui vari strumenti a disposizione, come pensionamenti e mobilità, ci sarà un esame congiunto con i rappresentanti dei lavoratori valutando anche mobilità volontaria, part-time e contratti di solidarietà.
La spending review, spacciata come il rimedio a tutti i mali, è un provvedimento funzionale allo smantellamento della Pubblica Amministrazione, fatto di riduzione dei costi, esuberi, tagli alle retribuzioni e ai pochi diritti rimasti, frutto del protocollo del 3 maggio 2012 sottoscritto da tutte le Organizzazioni Sindacali, tranne USB, che ha aperto la strada a questi tagli mirati.