L'asse di ferro La Russa-Alemanno avvia la macchina della Difesa Servizi Spa.
La Russa pensiero continua a sbalordire e, tra una dichiarazione e l'altra, afferma che "la Difesa farà la sua parte a fronte dei sacrifici imposti dalla crisi economica, senza subire passivamente scelte operate da altri", mentre la parata militare del 2 giugno costa alle tasche dei contribuenti circa 10 milioni di euro.
Soldi che potevano essere utilizzati per garantire l'indennità di disoccupazione a 32.200 precari che hanno perso il lavoro.
A pochi giorni di distanza, il capo del dicastero della Difesa e il sindaco Alemanno firmano un protocollo d'intesa per la valorizzazione degli immobili militari in disuso sul territorio romano al cospetto di numerose autorità:
il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto;
il generale di Corpo d'Armata Alessandro Montuori, capo del IV Reparto dello Stato Maggiore della Difesa;
il generale di Divisione Antonio Caporotundo, direttore generale dei Lavori e del Demanio del Ministero della Difesa;
il consigliere per i Grandi Eventi (ma guarda un pò!) del Ministro della Difesa, Giovanni Bozzetti.
In concreto, l'operazione passa attraverso la costituzione di appositi "fondi immobiliari di investimento", promossi dal Ministero della Difesa e costituiti da investitori istituzionali chiamati a valorizzare e vendere gli immobili.
Tra questi, tanto per citarne alcuni, ci sono il Forte Boccea, il Forte Trionfale, il Forte Tiburtino e il Forte di Pietralata.
Ebbene, la grande macchina "tritatutto" è stata avviata.