LAVORO PUBBLICO: VERITÀ E BUGIE SUL PROTOCOLLO.

Roma -

Tutti i sindacati presenti al tavolo della Funzione Pubblica, tranne USB P.I., si apprestano a sottoscrivere il nuovo protocollo sul lavoro pubblico.
Nel frattempo, nei posti di lavoro, vendono fumo ai lavoratori e dicono che:

 

Il sindacato si è riappropriato di un ruolo che gli era stato sottratto dalla riforma Brunetta

VERO: i sindacati firmatari diventano cogestori dei tagli alla spesa pubblica, della messa in esubero-mobilità-licenziamento dei lavoratori attraverso “ un coinvolgimento … nei processi di razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni (ad esempio spending review)” ed attraverso “il coinvolgimento in tutte le fasi dei processi di mobilità collettiva …”. E’ il via libera alle politiche del Governo da attuare attraverso una cogestione necessaria ad arginare il conflitto. Questo è il ruolo di cui si sono riappropriati!

Sono state superate le fasce Brunetta '25-50-25'

VERO: il protocollo parla di superamento delle fasce di merito, ma nello stesso tempo afferma “prevedendo …meccanismi atti ad assicurare la retribuzione accessoria differenziata in relazione ai risultati conseguiti…” ed ancora “in modo da avere parametri significativi per le politiche premiali nei confronti dei lavoratori pubblici”. In sostanza la filosofia della premialità, della differenziazione della retribuzione individuale e quindi della divisione tra lavoratori, è stata rafforzata attraverso meccanismi premiali che “…tengano conto dei diversi livelli di responsabilità ed inquadramento del personale”.

Sono previste nuove norme sulla mobilità a favore dei lavoratori

FALSO: le norme sulla mobilità (art.33 del d.lgs.165/2001) dei dipendenti pubblici rimangono le stesse. E prevedono che, in caso di eccedenze del personale, lo stesso venga collocato in mobilità con un assegno pari all’80% dello stipendio per due anni e poi licenziato. Cambia il ruolo di cogestione che il sindacato giocherà in questa partita, tanto da essere coinvolto persino nei “percorsi di qualificazione e formazione professionale … per garantire la funzionalità e la qualità del lavoro nell’amministrazione di destinazione …” Un nuovo business sulla pelle dei lavoratori, proprio come i fondi pensione! E quali saranno le amministrazioni di possibile destinazione dal momento che tutta la P.A. sarà costretta ad operare tagli sulle spese al personale? O si pensa ad una formazione verso il settore privato?

Si prevede un nuovo processo di stabilizzazione per i precari del pubblico impiego

FALSO: sarà introdotta anche nella P.A. la riforma sul mercato del lavoro della Fornero, creando maggiore precarietà. Forse saranno previste proroghe e rinnovi, ma “nel quadro della normativa vigente”, e soprattutto “nell’ambito delle risorse disponibili”. (?)

La riforma dell’art. 18 non si applicherà al pubblico impiego

FALSO: l’accordo prevede maggiori poteri alla dirigenza e parla di “riordinare la disciplina dei licenziamenti per motivi disciplinari…”, e di “rafforzare i doveri disciplinari dei dipendenti prevedendo al contempo garanzie di stabilità in caso di licenziamento illegittimo”. Garanzie di stabilità non necessariamente equivalgono a reintegro. Perché, allora, non è stata usata la parola reintegro in caso di licenziamento illegittimo che non avrebbe dato adito a dubbi? E soprattutto perché, nella stesura definitiva del testo, la cgil ha chiesto di togliere, per motivi “formali”, “…secondo il medesimo impianto del lavoro nelle imprese private…”?


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