Lettera aperta di un lavoratore dell'Arsenale Militare di Pavia.
Riceviamo e mettiamo all'attenzione di tutti i lavoratori e delle parti sociali, la lettera aperta di un lavoratore dell'Arsenale Militare di Pavia.
"Oggi abbiamo avuto delucidazioni impagabili, dall' uomo più uomo, quello che non deve chiedere mai!!
Un uomo corretto, tanto che in assemblea non ha fatto menzione del presidio dei dipendenti dell’Arsenale di Pavia del 10 febbraio, quando poco prima ne aveva dichiarato la piena condivisione.
Un uomo sapiente, che ha spiegato quanti soldi possiamo realizzare con questo reimpiego - indennità sui chilometri come previsto dalle tabelle -, tutti e subito in tasca… e poi anche nel F.U.S., e poi anche se cambiamo residenza, e poi che un dipendente che ha meno di 7 anni di lavoro, cioè deve lavorare ancora 1-2-4 anni, va a Piacenza si becca tutti i soldi (12 mila euro) e non restituisce nulla, praticamente ha messo le ali ai già pensionati, forse qualcuno farà anche domanda di rientro in servizio.
Un uomo coraggioso, ha detto che il giorno 20 quando si sederanno al tavolo, la prima cosa sarà chiedere le tabelle di reimpiego in altre amministrazioni e, se non ci sono, il gioco è fatto e si rimanda, perché questo si è fatto dappertutto, dice…
però non ha detto, (ma forse si è dimenticato) cosa possiamo inventarci se la prefettura prima del 20 le consegna.
Un uomo fermo e deciso, vai e vai a raccontare esperienze e fatti vissuti, ha consigliato l'unità di tutti come arma vincente, ma quando si è trattato di ricordargli i tavoli nazionali unitari, che hanno chiesto l'impegno politico per il reimpiego territoriale in altre amministrazioni, forse era stanco e si è confuso…
è ritornato sulla firma del decreto di chiusura del 1998 e senza prendersi impegni in merito, forse in nome della unitarietà, assicurava la sua vigilanza nel rispetto degli impegni."
omissis
firmato
un ex collega dello Stabilimento Genio Militare di Pavia