Lo sciopero del pubblico impiego e il presidio dei lavoratori della Difesa.

Roma -

Il presidio organizzato il 30 marzo sotto gli uffici del ministro Parisi ha visto la partecipazione di molte realtà lavorative giunte da ogni parte del paese.

Era un appuntamento importante e i lavoratori della difesa lo hanno capito.

Abbiamo confidato nella partecipazione perché riteniamo che l’unica strada possibile e percorribile per la soluzione di queste vertenze sia la mobilitazione, com’è nella tradizione dei movimenti dei lavoratori.

Nei giorni passati tanti sono stati gli interventi degli organi politici del dicastero per convincerci ad annullare questo appuntamento “imbarazzante e scomodo”, non conforme alla tradizione che vede l’affrontare i problemi nelle stanze e soprattutto con persone disponibili.

Affrontare, non risolvere.

I problemi sono tanti e vengono da lontano.

Sono anni che se ne parla ma nessuno di questi è mai stato risolto.

Ne abbiamo parlato con il delegato del ministro e abbiamo affermato la nostra indisponibilità nel non vedere risolte nell’incontro del giorno 2 aprile (incredibilmente spostato al 13 aprile per la terza volta!!) con Parisi le più annose e pesanti questioni:

 

·       Il rispetto degli impegni presi dal vertice politico del Dicastero riguardo ai processi di ristrutturazione dell'Area Industriale e Tecnico-Operativa.

·       Investimenti e garanzie di sviluppo per gli Arsenali Militari.

·       Il superamento dell'Agenzia Industrie Difesa con il reintegro di personale e strutture nel Ministero Difesa.

·       Procedure di riordino serie della Sanità Militare a cominciare dalla riapertura dell'Ospedale M. di Bari.

·        Una riqualificazione vera, per TUTTI.

·       Passaggi tra le Aree, con particolare riferimento all'emergenza sociale rappresentata dai lavoratori A1S.

·       Un effettivo processo di civilizzazione che si concretizzi attraverso lo sblocco del turn-over ed una politica mirata a nuove assunzioni e mediante la copertura dei posti di funzione Tecnici ed Amministrativi con il personale dell'Area C di vecchia e nuova assunzione.

·        L'incremento del FUA, tra i più bassi della P.A.

 

Ebbene, quella del 30 marzo si segnala come una data di partenza, l’inizio di un percorso marcato dalla possibilità di veder cambiare il proprio destino e svegliarsi dopo anni di anestetiche promesse.

E’ giunto il momento che la politica riprenda il suo ruolo centrale.

Noi affronteremo gli appuntamenti con la chiarezza e la coerenza che da sempre ci distingue, a fianco dei lavoratori.

Stupenda giornata quella del 30 marzo, con elevate percentuali di partecipazione allo sciopero del pubblico impiego indetto dalle RdB-CUB e quarantamila lavoratori in piazza a manifestare, nonostante il totale boicottaggio, salvo qualche encomiabile eccezione, di giornali e televisioni.

Ancora una volta ed in perfetta solitudine, il sindacalismo di base è riuscito a porre all'attenzione della cittadinanza e del governo le problematiche e i bisogni dei lavoratori pubblici.

Tutto questo grazie a quei lavoratori che, con estrema dignità, hanno sacrificato una giornata del proprio salario, per  scioperare contro lo smantellamento della Pubblica amministrazione, lo scippo del TFR, il precariato e per rivendicare il diritto ad aumenti contrattuali consistenti e dignitosi.

Grande anche la partecipazione dei lavoratori della Difesa, che sin dalla prima mattinata hanno dato vita ad un partecipato e rumoroso presidio sotto il Ministero, rappresentando la loro indignazione rispetto alle annose problematiche che li riguardano e dando seguito allo stato di agitazione proclamato a sostegno della vertenza Difesa delle RdB.

Abbiamo ribadito al rappresentante del Gabinetto del Ministro che ci ha ricevuto, che è finito il tempo delle promesse e delle dichiarazioni d'intenti e che vogliamo dal vertice politico del dicastero risposte ed impegni concreti nel merito delle tematiche rappresentate a partire dall'incontro fissato con il Ministro per il 13 aprile.

Ma la giornata del 30 è stata importante perché ha dimostrato come nel paese il sindacalismo di base sia una realtà forte e consistente, alternativa concreta ai balbettii e alle prassi consociative e concertative di Cgil-Cisl-Uil e il niente rappresentato dal cosiddetto sindacalismo autonomo.

AVANTI COSI' CON DIGNITA', FORZA, DETERMINAZIONE E VOGLIA DI LOTTARE PER IL PROPRIO FUTURO.