Manovra, tutti i tagli nel pubblico impiego.

Roma -

Nel provvedimento varato oggi dal Senato vengono confermati “tutti i punti negativi della manovra relativi al lavoro pubblico, e, come nel caso dell’età pensionabile delle lavoratrici, ha peggiorato la situazione determinando in tal modo una realtà che si presta a problemi giuridici di eguaglianza tra lavoratrici dipendenti da settori diversi”.

Ecco di seguito i punti:

- Viene confermato il congelamento delle retribuzioni del 2010 per gli anni dal 2011 al 2013. Viene riscritta la norma, togliendo le parti più illegittime ed inapplicabili (come le assenze per malattia e per maternità) ma allo stesso tempo viene peggiorata con la previsione di una riduzione automatica dei fondi per la contrattazione decentrata ed ‘il merito’, di brunettiana memoria, in relazione al turn-over. Questo significa che qualora qualcuno pensasse di dover applicare la cosiddetta riforma Brunetta, potrebbe farlo solo riducendo le retribuzioni ma non premiando il merito.

- Sugli scatti di anzianità della scuola vi è una diversa formulazione, che forse porterà a non avere il blocco per il 2011, ma senza alcuna certezza sulla tenuta delle retribuzioni e delle risorse necessarie per gli anni successivi. Sarà infatti il Ministero dell’Economia a sentenziare ogni anno se si saranno conseguiti risparmi (leggi tagli di spesa) nella Scuola e solo in caso positivo il Ministro dell’Istruzione destinerà le risorse economiche, ‘sentite le organizzazioni sindacali’. Si passa in sostanza da un istituto contrattuale a una ‘graziosa’ elargizione possibile da parte del Ministro. Si tratta degli scatti di anzianità introdotti contrattualmente nel comparto Scuola e dell’importo medio di circa 1600 euro annui che nel prossimo triennio riguarderanno non meno di 260mila unità.

- Rimane la previsione per la quale i rinnovi contrattuali relativi al biennio 2008/2009 non possono prevedere aumenti superiori al 3,2%. La norma inoltre ha un effetto retroattivo illegittimo, trattandosi di contratti di lavoro firmati, certificati dalla Corte dei Conti e con risorse già impegnate. La previsione della restituzione delle somme percepite rappresenta una grave violazione delle più elementari norme di diritto. Da tale previsione sono esclusi i settori della sicurezza, della difesa e i Vigili del Fuoco, mentre rimangono nell’ambito di applicazione della norma le carriere prefettizie e diplomatiche. Per giunta questa norma, che taglia alcuni dei contratti appena firmati, riguarda anche il sistema delle regioni, delle autonomie locali e della sanità. Nei contratti di lavoro di questi settori sono previste risorse aggiuntive da corrispondere in presenza di alcuni parametri di ‘virtuosità’ che sono a totale carico dei bilanci delle istituzioni e la cui titolarità organizzativa e finanziaria è garantita dalla Costituzione.

- Permane il blocco del rinnovo dei contratti triennali del pubblico impiego 2010/2012. A parte l’evidente contraddizione tra il blocco del rinnovo di contratti triennali e la previsione del congelamento delle retribuzioni in godimento nel 2010 fino al 2013, occorre tener presente che solo in base all’accordo separato del 22 gennaio dello scorso anno il valore economico del rinnovo contrattuale sarebbe dovuto essere di un importo non inferiore ai 7 miliardi di euro nel triennio, comprensivi dell’indennità di vacanza contrattuale finanziata nella legge Finanziaria per il 2010. L’indennità di vacanza contrattuale viene ridefinita al ribasso proprio in forza del blocco del rinnovo contrattuale e viene cancellato lo stanziamento previsto per il 2012. Si conferma così l’incremento di 10 euro nel triennio o quadriennio. Ma l’insieme della manovra economica varata dovrebbe salire di almeno 6 miliardi di euro non stanziati per il rinnovo contrattuale, come contributo richiesto ai lavoratori pubblici che vedranno la loro retribuzione congelata al 2010 per 4 anni. Fatti salvi gli effetti che si potrebbero produrre qualora le amministrazioni e il governo volessero procedere sull’attuazione della ‘riforma Brunetta’.

- Rimane il taglio delle retribuzioni per i dipendenti pubblici dal primo gennaio del 2011 al 31 dicembre del 2013 (relativo a dirigenti, professionisti, medici, e altro) pari al 5% sopra i 90.000 euro e al 10% per la parte eccedente i 150.000. E’ bene notare che, a differenza del congelamento degli scatti per il personale della scuola, questo taglio alle retribuzioni è ‘limitato’ nel tempo e non produce effetti sulla retribuzione pensionabile.

- Viene parzialmente modificato il congelamento degli scatti di anzianità e degli incrementi retributivi automatici, nonché dei meccanismi di progressione automatica di carriera

- Confermata la riduzione del 50% della spesa del 2009 per tutti i contratti non a tempo indeterminato (contratti a tempo determinato, co.co.co., interinali), che subisce un peggioramento anche per quelle realtà nelle quali nel 2009 non vi erano precari. Dal taglio viene esclusa la ricerca. Con questa misura che non riguarda la Scuola, e viene applicato come principio generale per le regioni e gli enti locali, si riduce pesantemente la spesa per tutti i contratti ‘flessibili’ che riguardano i lavoratori a tempo determinato, collaboratori delle amministrazioni pubbliche, lavoratori interinali, Lsu e formazione-lavoro, il cui posto di lavoro o la cui fonte di reddito viene pesantemente messa in discussione (pari a una ogni due). Secondo i dati del Conto Annuale della Ragioneria Generale nel 2008 la platea di riferimento riguarderebbe non meno di 210.000 unità.

- Rimane il vincolo fortissimo alle assunzioni e il blocco del turn-over. Continua anche per il 2013 e il 2014 il regime della sostituzione limitata del turn-over (20% e 50%) con evidenti ricadute non solo per le amministrazioni, ma anche per la stabilizzazione dei lavoratori precari in possesso dei requisiti di legge.

- Invariata la misura penalizzante sulle liquidazioni del Pubblico Impiego. Viene presentata una norma doppia: una diversa tempistica della corresponsione dell’Indennità di buonuscita (fino a 90.000 euro, invarianza rispetto alla situazione attuale; in due importi annuali fino a 150.000 euro; in tre importi annuali sopra i 150.000 euro). Il passaggio per tutti a Tfr dal primo gennaio del prossimo anno con congelamento e senza rivalutazione della quota accantonata fino al 31.12.2010.

- Rimangono i tagli pesanti per gli enti locali, per le regioni e per la sanità. Tagli che avranno pesanti ripercussioni sui servizi alle imprese e alle persone, a partire dalla sanità e dall’assistenza, nonché sul personale addetto per il quale hanno valore di principio generale, in nome del coordinamento della finanza pubblica, l’insieme delle norme relative ai dipendenti delle amministrazioni centrali.

- Permangono i tagli lineari del 10% alle spese dei Ministeri, aggravati da una norma che obbliga a tali tagli, in assenza dei quali sarà un semplice decreto amministrativo a definire dove, quanto e come tagliare. Questa misura si somma a quella già attuata con il decreto legge 112/2008 che continua ad avere i suoi effetti anche per il 2011. In particolare per quanto riguarda la funzione della sicurezza, questa misura si aggiungerebbe a quella del 20% prevista del 20%.

- Senza alcuna modifica i tagli per le spese per consulenze e studi in misura pari all’80% della spesa per il 2009 (ma non per quelli attivati da una specifica Direzione del Ministro dell’Economia). Così come è stata introdotta una norma in base alla quale le Agenzie Fiscali possono assumere dirigenti senza concorso ed in modo assolutamente discrezionale.

- Rimane la reintroduzione dello spoil system. Viene prevista, in deroga alle normative contrattuali, che anche in assenza di valutazione negativa, i dirigenti possano essere rimossi senza la garanzia dell’affidamento di un incarico dal contenuto economico equivalente.

- Continua a non esservi sia la norma che prevedeva in tema di protezione Civile l’abrogazione della disciplina dei ‘Grandi Eventi’ ed il controllo della Corte dei Conti, sia la soppressione di Difesa Servizi Spa, ovvero l’esternalizzazione di funzioni strategiche della difesa.

- Rimane lo scioglimento degli Enti di Ricerca e di alcuni enti previdenziali a partire dall’Ispesl con misure che non garantiscono l’attività degli enti e la garanzia occupazionale dei lavoratori precari. Così come rimane il taglio alle Fondazioni culturali che verrà definito con un decreto amministrativo.

- Infine continua ad essere presente la moratoria per l’applicazione di alcune misure sulla garanzia della salute e sicurezza che sono estese anche ai settori privati.

 

Roma, 16 luglio 2010