No Dal Molin: un corteo colorato ma anche un corteo determinato.
Gli obiettivi della vigilia erano chiari ed espliciti: entrare nel cantiere statunitense per piantare migliaia di bandiere NoDalMolin e dimostrare, così, la determinazione di tanti cittadini nell’opporsi alla base militare.
Ed era chiaro, sin dalla vigilia, che la Questura avrebbe usato tutti gli strumenti a propria disposizione per impedire alla democrazia di esprimersi e difendere, l’imposizione del governo a cui risponde.
Non si era mai visto, a Vicenza, un dispiegamento di forze come quello a cui ha dovuto assistere la citta'. L'intenzione del questore Sarlo era di intimidire i cittadini.
Evidentemente ha fatto proprie le parole di Cossiga costruendo una vera e propria trappola in cui voleva far infilare i cittadini. Migliaia di uomini e centinaia di mezzi blindati sono stati schierati per accerchiare e impedire il corteo contro la nuova base statunitense; i manganelli e le maschere antigas esibite ieri sono la metafora dell'imposizione che si vuol calare sulla citta' berica, a cui e' stato sottratto il diritto di decidere del proprio futuro.
L’occupazione militare che ha subito la città berica e la volontà della questura di impedire il corteo hanno dimostrato che per “sradicare alla radice il dissenso locale”, come richiesto dal commissario Costa, il Governo è disposto a schierare davanti ai vicentini i carabinieri di ritorno dall’Afghanistan: vogliono proprio fare di Vicenza un territorio di guerra.
Il presidio perrmanente del comitato No dal Molin sottolinea così come "Vicenza ha visto ancora una volta il volto del Questore mandato nella citta' berica per 'estirpare alla radice il dissenso locale'". "Dopo il 6 settembre - scrive il Comitato -, quando Sarlo aveva fatto sollevare le donne sedute per terra tirandole per i capelli e picchiando cittadini inermi, ieri il corteo non e' cascato nella trappola costruita per intimidire a spaventare chi difende la propria terra. Questo e' l'uomo che il ministro padano Maroni ha mandato ad invadere Vicenza con le proprie legioni romane".