Restituire un minimo di dignità agli ex lavoratori dell'Arsenale Militare di Pavia.

Pavia -

Cordialissima Redazione,

è con un forte senso di responsabilità, rispetto e onestà che ci rivolgiamo alla svostra attenzione per restituire un minimo di dignità ai tanti ex lavoratori dell’Arsenale di Pavia.                                                                                                           

Prima, travolti dalla definitiva dismissione senza alcuna alternativa produttiva anche diversa dalla Difesa, e ora che le difficoltà sono reali, interamente a carico proprio di coloro che oggi trillano, sempre ritrattate al ribasso e con la solita quanto ovattata strumentalizzazione, si trovano pesantemente bistrattati da quotidiani locali che dimostrano spesso poca attenzione ai reali problemi vissuti.

Esaltano e danno credito a note OO.SS. che, come oggi “giovedì 1 luglio 2010”, argomentano inesattezze al limite dell’offensivo e dichiarazioni sindacali che, ben altro in nome dei lavoratori potrebbero raccontare, magari facendo una sana opera di autocritica.

Solo questo …...basterebbe ai lavoratori per togliersi da dosso tanto fango!

Ecco perché abbiamo scelto di inviarle queste poche righe, nel tentativo di fare luce su una vertenza che ci sta molto a cuore e ci tiene da anni impegnati nonostante la poca visibilità concessa.

Non è una questione di popolarità, ma riteniamo solo che, questa volta, l'informazione debba necessariamente sforzarsi di raccontare ogni diversa verità.  

Pertanto questa O.S., coinvolta nella tormentata vicenda dell’ex Arsenale di Pavia, titolata dagli accordi Nazionali, presente a tutti i tavoli e in tutte le fasi della vertenza in questione, intende porre all’attenzione della sua redazione, una legittima e diversa analisi raccontata non solo da noi, cioè da fonte sindacale, ma da lavoratori interessati a dimostrare quanto schifo si scrive e si divulga ancora oggi sull’Arsenale e suoi dipendenti.

Entrando nel merito, siamo anche noi stupiti che certi sindacati abbiano cominciato ad agitarsi solo oggi…..ma per rivendicare cosa?

il rispetto di accordi che stranamente dichiarano formali

- numeri su invalidità e assistenza  inesatti, mai certificati  tanto meno tutelati

- impegni territoriali non rispettati citandoli solo in parte quando andrebbero verificati tutti

- tempi modalità e condizioni  disattese dimenticando tutta la loro volontà di chiudere incorsa questo accordo

 

Basterebbe leggere alcuni passaggi dei verbali non solo territoriali per scoprire incuranza di garanzie e cecità verso fenomeni clientelari che ancora oggi sviluppano da un lato canali preferenziali e dall’altro una giungla selvaggia dove tutti sono, uno contro l’ altro, “ in perfetto sindacalismo concertativo .

 

Allora ci prendiamo le nostre belle responsabilità e proviamo ad entrare punto per punto negli argomenti citati da questi sindacalisti formato cantastorie di quotidiani di oggi.

  • Per il rispetto degli accordi, ricordiamo che ben 100 lavoratori da tre mesi sono già reimpiegati, molti dei quali sono già stati re-inquadrati, non propriamente nel rispetto della professionalità. Cosa dire di date messe a calendario “nell’ accordo formale” quando poi bisogna organizzare presidi per riavviare a confronti, e che tutto questo viene esercitato in assenza di  “Formale Decreto” ?
  • Sulle invalidità e l’assistenza a familiari ecc…leggiamo l’inverosimile, quindi non ci resta che sfidare pubblicamente questi sindacati/sindacalisti a ricercare la legalità perduta e rivolgersi al tribunale del lavoro, perché se lo facessero, allora si accorgerebbero che altri lavoratori già destinati a Piacenza e a Milano forse non sono stati propriamente tutelati, e non riteniamo sia stata una svista, per non entriare poi nel merito delle verifiche “ mai effettuate” solo perché non ci spetta.
  • Sui temi del territorio e degli impegni mancati ne esistono un’infinità di non rispettati, proviamo quindi a citarne alcuni per capire, “essendo anche noi d’accordo”, se coincidono con i “loro”, temendo però che proprio non interessano!  

           1. Provincia e Comune di Pavia pur dichiarandosi pronti, si sono al momento

            defilati indisturbati.

2. Su progettualità dell’area, si è discusso sempre con ogni interlocutore utile, forse anche troppi, tanto che alla fine nessuno vuole essere il primo.

3. Si annoverano fiumi di assemblee a tema, tipo “un impiego per tutti a Pavia ”, per scoprire poi che da quando la questione è passata ufficialmente al Prefetto di Pavia e si è sviluppata la conferenza di servizio, nessuno ne parla più: eppure questo non era il nostro slogan.

4. Per onor di causa, esistono in verità strane disponibilità di re-impiego già emerse e finalizzate che non fanno parte di nessun accordo territoriale, ma anche qui nessuno di loro ne parla.

Non vi scandalizza il fatto che qualche bel Dirigente di Amministrazione, nel rispetto degli inviolabili principi di trasparenza e pari opportunità sanciti da “accordi formali”  per il reimpiego del personale dell’ Arsenale di Pavia, in barba anche alla conferenza di servizio promossa dal Prefetto, si permette di scegliere indisturbato uno o più “fannulloni “ da arruolare.

  • Su tempi, modalità e condizioni disattese, la questione è molto più complessa e si trascina neanche a dirlo da molto tempo.

Senza partire da troppo lontano (dalle sedi istituzionali di Roma ad esempio), quando non solo i Confederali, ” firmando certi accordi”, hanno determinato inevitabilmente prima o poi la chiusura del’ente. Basterebbe presentarsi all’ex Arsenale a Pavia alle 6.30 ogni mattina e alle 18.00 ogni sera per rendersi conto che certi colleghi non sono uguali ad altri.

Questo basterebbe per chiedere scusa e capire gli errori certamente già commessi.

In fine ricordiamo a tutti questi sindacalisti, uniti in un forte sodalizio, che gli  impegni trasmessi in data  22 Giugno 2010 dal Ministero a firma del Gen. C.A. Claudio Graziano per ordine del Ministro, purtroppo rispecchiano un’ emergenza che la RdB aveva già posto ai tavoli di contrattazione, pretendendo proprio l’impegno del Ministero a farsi carico di ogni eventuale disagio conseguente alle scarse disponibilità territoriali in altre amministrazioni e alla temporale tutela dei disabili ecc..

Avevamo chiesto anche un concreto appoggio per far intervenire organi superiori, lo hanno chiesto anche tutti i lavoratori in assemblea, ma…. 

le Organizzazioni Sindacali, sono state solo in grado di dissociarsi senza pensare a quale lavoratore “allora” poteva giovare.

Nel ringraziarla per la pazienza accordataci, ci auguriamo di non trovare le nostre parole censurate o manipolavate come purtroppo spesso ci accade quando operiamo negli interessi dei lavoratori!