Ricorrere legalmente per il riconoscimento dell'indennità operativa? Facciamo il punto.

Roma -

Abbiamo letto alcune comunicazioni riguardanti l’indicazione di una “nota e famosa sigla sindacale” che invita i lavoratori a ricorrere legalmente per il riconoscimento dell’indennità operativa, detta anche di campagna, garantendo la piena gratuità dell’azione legale.

 

La “piena gratuità” prevede comunque l’esborso di € 10, da versare sempre alla “nota e famosa sigla sindacale”, che riteniamo riguardi solamente la prima fase, cioè quella del tentativo obbligatorio di conciliazione (aspettiamo smentita!!), che al 100% non avrà esito alcuno in quanto l'Amministrazione Difesa, come da prassi, non si presenterà in giudizio e perché in caso di accordo dovrebbe corrispondere una montagna di denaro.

 

Teniamo a ricordare che l'unica spesa da sopportare per il tentativo di conciliazione è quella della carta bollata!!

 

Ben diverso ragionamento se si renderà necessario, caso molto prevedibile, andare in giudizio contro l'Amministrazione Difesa.

 
Un giudizio dagli esiti incerti comunque: nel caso di ricorso vincente, tutti contenti ma, nel caso opposto, oltre al pagamento delle spese processuali, il ricorrente che ha dato mandato al legale dovrà personalmente sborsare le spese per l'avvocato della controparte e del ricorso al TAR.

 
Riassumendo e per maggior chiarezza, o la “nota e famosa sigla sindacale” firma un atto legale in cui si impegna a pagare ogni e qualsiasi spesa dovesse risultare da un esito negativo della vicenda processuale, sia per quello che attiene al suo legale sia e soprattutto per le spese da rimborsare per il giudizio in se e per l'avvocato della controparte in caso di "sconfitta", oppure sta prendendo per i fondelli i lavoratori, intendendo arrivare al solo tentativo obbligatorio di conciliazione per poi sfilarsi.


Per completezza d’informazione, alleghiamo la sentenza del ricorso che alcuni lavoratori hanno già vinto e che comunque è stata appellata dalla controparte, Invitiamo a guardare attentamente l'importo di compensazione che il "soccombente" deve pagare tenendo conto che si tratta di prima istanza al giudice del lavoro.


Questa Organizzazione Sindacale è più volte intervenuta al Gabinetto del Ministro con il fine di risolvere questa annosa problematica che pone due categorie di lavoratori (militare e civile) su piani diversi di retribuzione pur svolgendo la stessa funzione.

E’ nostro intendimento inserire nella discussione della piattaforma per il rinnovo del Contratto Integrativo il tema in questione, in modo consono ad un sindacato responsabile, con la richiesta di specifici finanziamenti in bilancio che non vadano a gravare sul Fondo Unico di Amministrazione.

 

Roma, 26 febbraio 2008