Si invoca l'austerità ma il Governo ha ordinato 131 caccia F-35 per un costo di 15 miliardi. Stipendi per i militari per 23 miliardi e missioni internazionali per 1 miliardo e mezzo.

Roma -

Sono anni che la USB si batte per il taglio delle spese militari e degli armamenti.

 

Ancor più adesso, in piena crisi economica "sistemica", ci stiamo adoperando per concretizzare questa riduzione di costi a beneficio della collettività. 

 

Oggi i militari professionali italiani sono circa 180 mila e ne basterebbero molti meno. 130-140 mila, se non addirittura 90 mila. Tradotto in soldi, una montagna, visto che gli stipendi valgono il 62 per cento del bilancio della Difesa. 23 miliardi di euro più 1,4 miliardi per le missioni all'estero.

 

Occorre ridurre il personale militare attraverso il blocco del turn-over e investire in tecnologia.

 

Non certo in F-35, il cacciabombardiere più costoso della storia che lo sfortunato progetto della Lockheed propose a 100 milioni di euro l'uno ma che ormai ha raggiunto quota 200 milioni, il doppio e non finirà certo qui.

 

L'Italia ne vuole 131, il programma prevede una spesa di almeno 15 miliardi in dodici anni. Ora sarebbero già 26 miliardi con molti dubbi sulla validità di questo costosissimo gioiello militare.

 

E' talmente caro che tutti i paesi interessati ci stanno ripensando, persino Norvegia, Israele e il Regno Unito hanno dovuto tagliarne i programmi e il Pentagono ha ridimensionato le richieste dopo che il Washington Post ha definito il progetto F-35 "un disastro".

 

Del fiume di denaro necessario, in Italia resteranno solo poche gocce.

 

Gli operai destinati a montare le ali nello stabilimento di Cameri saranno solo 600, meno dei mille impegnati oggi nella lavorazione del vecchio Eurofighter. Persino una parte della manutenzione sarà fatta all'estero.

 

Eppoi c'è la portaerei "Cavour" da un miliardo e mezzo di euro, a cui servono gli F-35 a decollo corto altrimenti è la stessa nave a non avere più senso.

 

Questa supernave costa duecentomila euro al giorno in navigazione, centomila quando resta in porto.

 

La politica estera italiana dovrebbe prevedere queste tentazioni imperiali?

 

E le 10 fregate della classe "Fremm" per 6 miliardi di euro?

 

Tante e troppo costose, visto che l'Italia riesce a pagarle molto di più della marina francese.

 

Rimanendo al momento in piedi la pericolosa e sempre meno sensata missione in Afghanistan, è stata approvata la spesa di 600 milioni per i blindati Lince, mezzi logistici salvavita per i nostri militari in pattuglia in quelle terre ostili che già hanno provocato 36 vittime.

 

Un ordine che "vale" tre F-35, ma darà lavoro a duemila persone per tre anni, sperando che nel frattempo anche quella spesa militare si riveli sostanzialmente inutile per fine missione.