Si muore di lavoro, mal retribuito e ad alto rischio, e sono sempre gli stessi che pagano.
Sono 6 gli operai morti nell'esplosione di una fabbrica di fuochi di artificio in provincia di Frosinone.
Sono 301 le morti bianche registrate nei primi sette mesi di quest’anno in Italia.
Sono state 280 nei primi sette mesi del 2010.
Un incremento del 7,5 per cento dove la Lombardia è la regione con il più alto numero di morti bianche in termini assoluti.
Si muore di lavoro, mal retribuito e ad alto rischio, e sono sempre gli stessi che pagano.
Mai sentito di un dirigente morto sul lavoro.
Tutto questo mentre alla Camera è in discussione la manovra economica licenziata dal Senato mercoledì scorso che colpirà pesantemente il mondo del lavoro taglieggiando ancora i salari e riducendo ancora la spesa sociale, evitando accuratamente di intaccare minimamente le rendite parassitarie, l’evasione/elusione fiscale e contributiva, le malversazioni e gli sprechi nella spesa pubblica.
Come non bastasse, si riducono i diritti (abolizione art.18) e stretta sulle pensioni che prevalentemente colpirà i lavoratori pubblici a cui viene allungata la vita lavorativa.
C’è chi potrà essere licenziato e chi licenzierà con allegria, tra chi subirà contratti di lavoro ignobili e chi ha inteso distruggere la contrattazione nazionale.
C’è chi già pagava le tasse e ne pagherà ancora di più e chi è autorizzato a non pagarle.
C’è chi andrà in pensione sempre più tardi e chi ha rendite e patrimoni che gli permettono di non lavorare per tutta la vita.
Mentre per tutti i dirigenti e manager pubblici è consentito accumulare doppi, tripli e quadrupli incarichi di vario genere e tipologia, ovviamente con i relativi sostanziosi emolumenti, questo cumulo viene impedito da precise norme di legge quando si tratti, per esempio, di pensioni di reversibilità, per le quali esistono invalicabili limiti nel caso con esse coesistano, per i superstiti, altri redditi.
Se un superstite percepisce già un altro reddito superiore ai 16.000 euro – che non ci sembrano consentano di vivere proprio nel lusso sfrenato – la eventuale pensione di reversibilità viene abbattuta del 40 %.
Esistono personalità che possono, legalmente, cumulare incarichi plurimi e beneficiare senza alcun limite di tutti i compensi dovuti.
Gli alti funzionari civili e militari dello Stato, una volta collocati a riposo, puntualmente vengono “collocati” anche in organismi di controllo e giurisdizione nonché commissioni o comitati o addirittura Consigli di Amministrazione.
Giuliano Amato, ex presidente del consiglio, gode di pensione da professore universitario da 1/1/98 di 22.048,11 euro mensili lordi.
Rocco Buttiglione gode di pensione da professore universitario da 1/11/2007 di 5.498,30
Sergio D’Antoni, ex sindacalista ed ex segretario CISL ora deputato PD prende una pensione da docente universitario dal 1/4/2001 di € 8.595,74 mensili lordi.
Draghi Mario, oltre ai suoi lauti stipendi da governatore della Banca d’Italia, gode di pensione da dirigente della pubblica amministrazione dal 1/4/05 di € 14.843,56 mensili lordi.
Monorchio Andrea, ex direttore generale ragioneria generale dello stato, ora consulente del ministro Tremonti, è in pensione dal 1/7/2002 con € 19.051,51.
Recenti pubblicazioni ed indagini sulle “caste” in Italia stimano in circa 25.000 il numero di persone che appartengono a queste categorie di ex militari, magistrati, parlamentari, ministri ecc. che continuano ad esercitare professioni e consulenze, a partecipare a convegni e pubblicazioni ecc., a percepire montagne di denaro pubblico.
Il denaro che viene a noi sottratto!!
Vogliamo equità sociale, un salario e una pensione dignitosa per tutti.
Non vogliamo pagare sempre noi i lussi degli altrui.
Comincino a pagare chi è sempre stato tutelato e paghi la crisi chi l’ha prodotta.