Sit-in dei lavoratori dell'Arsenale di Taranto il 28 settembre.

Taranto -

Siamo impegnati, in coerenza con il nostro percorso decennale, ad impedire che si liquidi la discussione sul futuro dell’Arsenale accettando supinamente quello che una commissione nominata da un Ministro della Difesa che, a nostro parere, ha delegato agli Stati Maggiori la conduzione politica del dicastero essendo troppo impegnato in altro, comunica alle rappresentanze sindacali.

Il principio democratico che impone di confrontarsi con le parti sociali in modo leale, ferma restando la responsabilità ultima del governo di decidere, esce mortificato dagli avvenimenti degli ultimi mesi.

Riteniamo di assistere ad una indecorosa pantomima su decisioni già prese che, appunto, vengono semplicemente comunicate tagliando fuori i lavoratori e per far ciò si utilizza lo strumento molto di moda di scaricare tutto sullo statale fannullone o sulle rigidità del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, ciò rappresenta una facile scorciatoia in cui rifugiarsi ma è indice di colpevole superficialità quando non di malafede.

Viviamo da anni in un posto di lavoro insalubre che, solo grazie all’azione dell’Ispettorato del Lavoro, è stato svelato alla pubblica opinione per quello che è: un carrozzone clientelare allo sfacelo dove mancano le condizioni minime di sicurezza e, oggi anche il lavoro.

Partendo da queste amare considerazioni ci poniamo un interrogativo: perché?

Perché da un lato i Ministri succedutisi alla guida del dicastero hanno sempre dichiarato l’importanza dello stabilimento ed il proprio impegno a rilanciarlo in decine di occasioni pubbliche e in altrettante interrogazioni parlamentari e poi non hanno operato in tal senso?

Perché il personale è stato costretto a vivere e lavorare in condizioni di insicurezza personale, di scarsa igienicità, di rischio di contrarre malattie che si manifesteranno dopo decenni con effetti devastanti?

Perché dobbiamo essere costretti ad apprendere tramite il passa parola interno che il nostro collega, dipendente diretto, sta morendo di cancro ai polmoni per quello che ha respirato in questo posto di lavoro mentre  è già morto cadendo da uno scalone del bacino dove era al lavoro da solo, di sabato pomeriggio il collega dell’industria privata?

Perché le rappresentanze sindacali aziendali si occupano della riapertura dei punti di ristoro e non di questo?

Perché ci hanno ridotto così e perché la commissione ministeriale che ha deciso del nostro futuro deve esser composta e coordinata da coloro che hanno avuto di recente responsabilità di direzione (militare) e di vice direzione (civile) dell’Arsenale mentre si ponevano le basi per quello che accade oggi?

NOI NON CI STIAMO!

La scrivente organizzazione, come preannunciato, dopo aver acquisito il mandato in assemblea generale dei lavoratori dell’Arsenale, ha proclamato una prima iniziativa di protesta e a sostegno della Petizione Popolare di richiesta di istituzione di una Commissione di inchiesta Parlamentare che accerti le responsabilità politiche che hanno portato alla fatiscenza delle infrastrutture ed alla conseguente inchiesta in corso su presunte violazioni in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Le prescrizioni che inibiscono ai lavori una gran parte dello stabilimento rendono impossibile il permanere in siffatte condizioni e testimoniano che, nel tempo i lavoratori civili e militari, pubblici e privati, sono stati esposti a rischi specifici per la propria incolumità e sicurezza sul posto di lavoro oltre che ambientali più generali.

Per quanto sopra espresso si terrà un presidio con sit-in dei lavoratori dell’Arsenale presso il piazzale antistante lo stabilimento il prossimo 28 di settembre.

Invitiamo tutti, singoli o associazioni, a partecipare all’iniziativa per sostenere concretamente una richiesta di giustizia.

Nel corso del sit-in saranno raccolte le firme a sostegno della Petizione Popolare che ai sensi dell’art. 50 della Costituzione questa organizzazione ha attivato su tutto il territorio nazionale.

Intendiamo difendere i nostri posti di lavoro e pretendere chiarezza, nell’interesse non solo dei Lavoratori ma anche e soprattutto in quello superiore della giustizia nei confronti della quale tutti noi siamo uguali o almeno, dovremmo esserlo.

Invitiamo gli organi di stampa a partecipare alla conferenza stampa che si terrà davanti ai cancelli dell’Arsenale in occasione del sit-in, nel corso della quale sarà diffuso il testo della petizione.