TFR meno ricco e prelievo sullo stipendio.

Roma -

Non c'è solo il blocco dei contratti e degli aumenti: un regime meno favorevole per la liquidazione degli Statali rende il Tfr meno ricco con una trattenuta sullo stipendio del 2,5%.

 

L'intervento sulle liquidazioni fa parte del pacchetto di sacrifici richiesti ai dipendenti pubblici con la manovra della scorsa estate, entrata in vigore a gennaio 2011. Dentro c'erano la sospensione dei rinnovi contrattuali, il congelamento dello stipendio ai livelli nominali dello scorso anno, con conseguente eliminazione degli aumenti personali che sarebbero potuti scattare per diversi motivi, e due interventi in tema di buonuscita: il primo per rateizzarne il pagamento, con un meccanismo legato al livello di reddito, il secondo che prevedeva appunto la trasformazione in Tfr per la quota maturata dal 2011 in poi.

 

Il dipendente privato troverà che il suo datore di lavoro ha effettuato il dovuto versamento ai fini del Tfr.

 

Il dipendente pubblico noterà invece una antipatica trattenuta a proprio carico denominata «Opera di previdenza».

 

Il prelievo, pari al 2 per cento della retribuzione, alimentava la vecchia indennità di buonuscita, meccanismo diverso dal Tfr e tendenzialmente più favorevole per il lavoratore.

 

Proprio il meccanismo che dal gennaio 2011 è stato cancellato.

 

Quindi, riassumendo: prima c'era nel pubblico la prospettiva di un sistema di liquidazione più generoso, pagato anche dal dipendente con un contributo di tasca propria pari in media a 30-40 euro al mese.

 

Ora c'è un trattamento sulla carta uguale a quello in vigore nel settore privato, ma il contributo è rimasto al suo posto, cioè a carico del dipendente.  

 

Della voce "Opera di previdenza" la legge non parla; ma se ne è occupata qualche mese dopo l'Inpdap nella sua circolare applicativa, precisando che siccome il Governo aveva introdotto il regime Tfr, senza però cambiare nome alla vecchia buonuscita, questa dovrà essere finanziata ancora con la precedente modalità, che prevede il contributo del datore di lavoro e anche quello a carico del lavoratore.

 

Ma c'è di più: lo stesso istituto previdenziale pubblico ha poi precisato che anche la base retributiva ai fini della prestazione dovrebbe rimanere quella vecchia (dunque 1'80 percento invece del totale), introducendo un ulteriore elemento di disparità con i dipendenti privati.