Toglieteci tutto, ma non i sommergibili o i cacciabombardieri.
Roma -
Il premier tecnico, con l'appoggio trasversale dei più grandi partiti, ha approvato l'acquisto di due sommergibili per la modica cifra di due miliardi di euro.
In un'Italia popolata da esodati, disoccupati e malati alle prese con una Sanità decadente, non si capisce la ragione per cui il Governo decida di investire tanto in armi quando ci sono settori che avrebbero di gran lunga più bisogno di fondi.
Per l'acquisto di due sottomarini militari U-212, lo Stato spenderà 2 miliardi (170 milioni l'anno) grazie a una norma confermata dalla legge di Stabilità voluta dal governo Monti e approvata da Pdl, Pd e Terzo Polo.
La spesa equivale a metà di quanto lo Stato ha incassato dagli italiani con l'IMU.
Solitamente, un sommergibile viene usato in battaglie marine e non per individuare le rotte dei delfini.
La materia del contendere oggi è rappresentata dalle spese militari, un business che non conosce confini e che sposta nelle mani della pluri-indagata Finmeccanica e Fincantieri centinaia di miliardi nostri.
Dato che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (art. 11 Cost.), ogni spesa per gli armamenti puzza di anticostituzionalità.
Certo, il paese deve avere un esercito cui affidare la propria difesa in caso di attacco (quale?), ma girare centinaia di miliardi per acquistare/produrre mezzi di guerra e quindi di offesa è uno scandalo.