Una recita che dura da un anno e ancora non è finita!!
Gli impegni contenuti nei documenti sottoscritti con il Ministro PARISI e con il delegato On.le VERZASCHI, volti ad avviare il risanamento di alcune delle più rilevanti e gravi problematiche che riguardano il personale civile della Difesa, non trovano alcun riscontro negli interventi previsti nella Finanziaria 2008.
Questo il nocciolo della riunione dell’8 ottobre presentata con forte imbarazzo dal Vertice Politico a Gabinetto Difesa dopo le recenti rassicurazioni sull’impegno di Governo, che solo pochi giorni prima, aveva garantito l’intervento alle Organizzazioni Sindacali su:
- il consolidamento dei 10 milioni di euro (missioni all’estero)d’incremento del F.U.A.
- la riqualificazione del personale con i passaggi fra le Aree
- il ripristino dell’indennità di missione
- lo sblocco delle assunzioni
- i provvedimenti per l’Area Tecnico Industriale
Di tutto questo, ancora una volta, si continuerà solo a parlare!
E si continua ad assicurare la volontà e l’impegno dell’Amministrazione Difesa nel conseguire i risultati tanto propagandati negli emendamenti da apportare alla Finanziaria o al decreto legge ad essa collegato, con atteggiamento di speranza ma dimostrando nei fatti l’impotenza a far fronte a problematiche così gravi e annose.
Tutte le intenzioni di rinnovamento e di declamata discontinuità con la precedente gestione del Dicastero, trovano in questo Governo puntuale conferma e completa subalternità all’organo di Vertice Militare come chi lo ha preceduto.
A fronte di un progetto d’urto e allo stesso tempo evanescente nei contenuti e nelle finalità come quello della riforma dell’Area Industriale, oggi ci si prospetta una sana cura dimagrante fatta di precarizzazione del lavoro, di vendita del patrimonio pubblico e di salario insufficiente.
La responsabilità dei vertici politici che in questi anni si sono dati il cambio è evidente, come lo è anche per quelle parti sociali che hanno fatto della concertazione uno strumento sfrenato di cogestione, restituendo ai lavoratori “coscienti e non” della Difesa un vuoto a perdere, motivo oggi di rinnovate reminescenze sindacali.