USB Difesa scrive al Ministro Lorenzo GUERINI

Gentile Ministro,

Nell’augurarLe Buon lavoro per il delicato e importante incarico assunto da pochi giorni, auspichiamo che l’aver scelto una Persona di elevate competenze e conoscenze alla guida dell’Amministrazione Difesa rappresentano la possibilità di maggiore concretezza e sensibilità nell’affrontare questioni che inevitabilmente incidono sulla vita di tutto il Paese.

In aderenza a quanto già evidenziato all’ex Ministro Elisabetta TRENTA, la domanda da porsi oggi è conoscere di che tipo di Difesa ha bisogno il nostro territorio ed il ruolo del Personale Civile che dovrà svolgere. Una componente definita, dai Suoi predecessori, cruciale ed indispensabile per l’efficienza degli Enti e per l'intero Dicastero.

E’ da qui che vorremmo partire per avviare una riflessione complessiva su scelte passate che abbiamo contrastato e i cui effetti sono quanto mai attuali.

E’ appena il caso di citare la Revisione dello strumento Militare Nazionale (Legge 244/2012), fortemente contestata dalla scrivente O.S., come un segnale irrazionale di  riduzione del Personale che mal si coniuga con i veri bisogni dei cittadini e del Territorio.

I Decreti discendenti dalla Legge Delega dalla precitata revisione dello strumento Militare, infatti, ancora una volta hanno colpito i Lavoratori Civili che avrebbero meritato di essere valorizzati secondo i compiti e funzioni svolti in questi anni con strumenti e attrezzature spesso inadeguate, operando in condizioni di disagio a causa dei mancati obblighi riguardanti l’igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro.

E’ del tutto evidente che i tagli previsti dai precitati provvedimenti, NON ha consentito una vera Valorizzazione del Personale Civile, con particolare riferimento al divario economico con la restante P.A. e Personale Militare, a parità di compiti e funzioni, secondo lo studio del Gruppo di Lavoro istituito dal Ministero già dal 2015.

Poiché l’ex Ministro Trenta è intervenuta su alcuni capitoli di spesa della Difesa, come riportato nel DEF, al fine di recuperare risorse per colmare tale divario economico e consentire eventuali passaggi economici all’interno e tra le Aree Funzionali, ad oggi la situazione non prevede alcuna soluzione concreta se non una proposta di Legge, di cui non è stata fornita alcuna informazione sul deposito e pianificazione per il relativo avvio dell’ iter legislativo. Per non parlare dei Dipendenti Civili di  Prima Area Funzionale, definiti “figli di un Dio Minore”, non più previsti nelle Tabelle Ordinative Organiche di alcuni Enti. Categoria di Lavoratori che, come noto, da anni svolge mansioni comparabili a quelli della 2a Area il cui passaggio dovrebbe essere varato con una Legge in deroga alle vigenti norme e,  che ponga fine ad una discriminazione che non ha una ragione di esistere secondo il principio dell’imparzialità.

Senza considerare, infine, le norme concernenti il Transito del Personale Militare nei ruoli del Personale civile, senza il benché minimo coinvolgimento delle OO.SS., nonostante il percorso partecipativo auspicato che li vedrebbe collocati NON secondo le Tabelle Ordinative, ma secondo le  reali esigenze funzionali degli Enti in rapporto ai  requisiti in loro possesso.

Come sa, viviamo in un Paese a continuo rischio di dissesto idrogeologico. E’ sufficiente qualche fenomeno atmosferico di maggiore intensità per determinare gravi calamità come frane e alluvioni, che non di rado assumono i contorni della tragedia per la perdita di vite umane. Gran parte del territorio è soggetto a fenomeni tellurici che, ciclicamente, portano distruzione e morte, anche per la mancanza di un continuo controllo delle aree a rischio, la cementificazione selvaggia e la criminosa attività di ditte di costruzioni che trovano nei poteri locali una compiacente connivenza.

Il nostro Paese non ha dunque bisogno di eccessivi armamenti, indipendentemente dalla loro funzionalità, peraltro messi autorevolmente in discussione. C’è piuttosto necessità di una Difesa Civile del territorio e di una politica che sappia coniugare sicurezza e sviluppo. La componente Militare unitamente a quella Civile potrebbe essere meglio impiegata in compiti di messa in sicurezza del territorio e d’intervento in caso di disagi e calamità, molto più di quanto non sia stato fatto finora, mentre le maestranze che operano nel settore industriale e degli stabilimenti, altamente specializzate, potrebbe essere impiegate come formatori a costo zero, al fine di garantire, data l'età avanzata dei Lavoratori, il ricambio generazionale per le attività manutentive attualmente svolte, onde evitare l’affidamento a ditte esterne con conseguente aggravio di spesa per la Difesa.

Una Difesa civile che potrebbe essere utile al Paese al punto da richiedere maggiori investimenti al posto degli attuali tagli lineari, abbandonando una politica depressiva e restituendo a questa parte di pubblico impiego funzioni sociali coerenti con le attuali necessità.

In tale ottica, ad esempio, la dismissione del patrimonio immobiliare non deve rappresentare un affare per speculatori e immobiliaristi, per cui strutture come ex caserme potrebbero essere riconvertite ad uso sociale, quali l’edilizia scolastica o unità immobiliari da destinare alle famiglie disagiate, come si è tentato di fare in alcuni territori dove si è purtroppo immediatamente scatenata la repressione in nome della rivendicazione di una discutibile legalità, oppure pensare ad un utilizzo culturale, come centri di aggregazione sul territorio in cui restituire cultura ai cittadini senza quelle finalità di lucro proprie delle strutture private.

Molto si potrebbe fare, se solo prevalessero sensibilità, concretezza e interesse sociale. Diversamente, ci troveremo a dibattere sul modo meno doloroso di applicare una norma che mira unicamente a fare cassa e a determinare risparmi sulla pelle dei Lavoratori, cercando di evitare mobilità forzate o, addirittura, licenziamenti, in nome di scelte politiche che sperperano denaro pubblico.

Non di meno conto, un accenno al sistema di Valutazione della Performance individuale, che secondo le esigue cifre stanziate, sarebbe necessario rivedere nei contenuti, tenuto conto degli innumerevoli adempimenti e criticità riscontrate anche dall’Ufficio di Gabinetto.

Accetti la sfida Signor Ministro, convincendo il Governo ad avviare una riflessione su un diverso modello di Difesa e a porre l’attenzione su una Categoria bistrattata in tutti questi anni.

In attesa di cortese riscontro, porgiamo Cordiali Saluti.

 

 

P. Coordinamento Nazionale

O.S. USB P.I. Difesa

  Sig. FERRULLI Costantino