Amianto, le cavie di Pavia, CRAMM e privatizazione. L'incontro a Gabinetto Difesa del 3 luglio.
Il programmato incontro avvenuto in data odierna tra il sottosegretario on.Cossiga e le Organizzazioni Sindacali ha toccato temi importanti quali i benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto, il reimpiego dei lavoratori dello Stabilimento Militare Genio di Pavia e l’attività(?) del CRAMM.
Ancora una volta, l’abitudine all’autoritarismo diventa l’elemento cardine delle azioni dell’Amministrazione che tende a relegare il Sindacato ad un ruolo marginale, di semplici ratificatori.
Benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto.
Con la relazione introduttiva, sono esposti dal delegato preposto di Persociv i dati relativi al numero delle richieste avanzate e dei curriculum licenziati, pari a 6.806.
Veniamo a conoscenza che l’INAIL ha sottoposto un questionario di verifica all’Amministrazione e che sono in corso ispezioni del suddetto ente presso alcune strutture della Difesa.
Dal resoconto, è evidente il diverso approccio degli Stati Maggiori alla problematica e lo Stato Maggiore Difesa, destinatario del compito di coordinare i lavori, manifesta scarsa conoscenza della materia e dei fatti.
Risulta chiara e purtroppo usuale, la mancanza di un coordinamento tra le varie articolazioni dell’Amministrazione Difesa nel delineare la stessa linea comportamentale nella gestione anche di questo delicato argomento.
Ma l’elemento che ha generato le più forti critiche dal sindacato e le vivaci reazioni dal “pubblico” presente è stato apprendere a posteriori dell’introduzione di un criterio selettivo determinato dal profilo professionale del dipendente e non dall’esposizione reale del lavoratore all’amianto, così come prescritto dalla legge.
Abbiamo fortemente contestato la venuta a conoscenza “a posteriori” di questa determinazione nonché la determinazione stessa, ben memori dell’esperienza passata relativa alla diversa interpretazione di alcuni direttori di enti per l’attribuzione dei benefici pensionistici al personale impiegato presso polverifici e depositi (pressati, su questo tema è anticipata da parte Confederale una richiesta d’incontro).
Abbiamo chiesto ed ottenuto dall’autorità politica un intervento atto a ristabilire le corrette relazioni sindacali e, soprattutto, al recupero del danno causato a tutti quei lavoratori esclusi dal criterio di selezione.
L’on.Cossiga informerà al più presto le OO.SS. sulle azioni che l’Amministrazione intende intraprendere.
Reimpiego dei lavoratori dello Stabilimento Militare Genio di Pavia.
E’ ricordato dal Capo di Gabinetto, “il calvario” cui sono stati sottoposti i lavoratori di Pavia negli ultimi 10 anni e le poche disponibilità di reimpiego sul territorio in altre Amministrazioni (circa 21).
L’on.Cossiga tiene a precisare la non esistenza di pregiudizi ove dovessero presentarsi opportunità a rivedere le posizioni d’impiego visto anche l’attento interessamento dell’amministrazione locale. Afferma anche l’interesse della Difesa nel concludere al meglio e al più presto questa vicenda poiché “l’incombenza Pavia” è considerata un banco di prova per quello che si configurerà nel prossimo futuro per altri enti.
La RdB Difesa, ricordando il rifiuto alla chiusura dello stabilimento, responsabilmente ha chiesto il congelamento e il differimento di ogni determinazione in merito alla posizione del personale civile con l’istituzione di un tavolo permanente al fine di ottenere, con un forte sostegno dell’autorità politica nazionale e locale, le disponibilità necessarie in sede locale per i lavoratori di Pavia.
Il Sottosegretario si è reso disponibile all’attivazione del tavolo permanente e disponibile ad attivarsi per assicurare al personale il giusto sostegno, pur rimanendo nelle modalità previste degli accordi di reimpiego.
Comitato Riconversione Arsenali Marina Militare.
Il Presidente del Comitato dott.Sinisi dedica l’intervento alla sua manifesta disponibilità nel rendere informati, in pochi e a porte chiuse, le Organizzazioni Sindacali sul lavoro del CRAMM di prossima presentazione per la data del 31 luglio c.m.
Al nostro turno, abbiamo ricordato all’on.Cossiga che la riunione del 6 giugno in sede tecnica con il C.R.A.M.M., in merito al progetto di riordino degli Arsenali della Marina in via di elaborazione, ha evidenziato in modo sconcertante l’assoluta indisponibilità del Comitato ad una discussione, al rispetto dei ruoli e degli impegni assunti dalla parte politica alla pianificazione di specifiche riunioni di approfondimento e il tentativo di ridicolizzare il nostro ruolo e limitare l’intervento ad una semplice presa d’atto di un processo di conversione che si rende sempre più manifesto come privatizzazione.
Nessun’informazione, solo spiegazioni alle domande che erano rivolte.
Nessun’altra indicazione è stata rivelata, nessun segno di dissenso da parte delle altre OO.SS. presenti e il C.R.A.M.M. ha proposto di incontrarsi il 7 luglio, poi diventato il 14 luglio (!!!) per l’indisponibilità di qualche sindacato.
Le rappresentanze locali tornano a casa con un altro pugno di mosche, senza discutere.
Ma la notizia “pesante”, che non ha mosso gli animi di nessuno, è stata la comunicazione del Sottosegretario riguardo al protocollo d’intesa (in allegato la bozza) siglato tra il Ministero della Difesa, Invitalia – Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo Sviluppo d’Impresa (leggasi Sviluppo Italia) e il Ministero dello Sviluppo Economico per il rilancio e lo sviluppo degli Arsenali della Marina Militare di Taranto, La Spezia, Augusta e della base di Brindisi.
Razionalizzare, alienare, permutare, valorizzare, stipulare convenzioni e contratti con soggetti pubblici e privati per la permuta di materiali o prestazioni, promuovere attività produttive, attrarre investimenti, promuovere iniziative occupazionali e nuova imprenditorialità sono alcune delle parole contenute nel protocollo e con le quali ci chiedono di fare i conti.
E’ ormai lampante che la partita è truccata, che tutti sono trasversalmente partecipi.
La spinta, il segno incontrovertibile è la risoluzione approvata dalla Commissione Difesa che di fatto ha dato il via alla privatizzazione mettendo d’accordo tutte le forze politiche, mentre le altre OO.SS. danno sfoggio al temporeggiamento, alla distrazione e non spendono una sola parola.
Questo è il loro comportamento e lo aspettavamo, è il loro ruolo, chirurghi della non parola, surrogati di realtà.
Non è tardi per dire basta, per destabilizzarli dai loro piedistalli.
Facciamolo ora oppure taceremo per sempre sommersi da accordi che ci toglieranno il posto di lavoro, il futuro, che ci hanno già visto succubi di contratti con aumenti da fame e spacciati per conquiste, con un FUA ridotto ad una miseria e un codice disciplinare da fare invidia ad un regime sudamericano.