Assemblea generale dei lavoratori nel piazzale della Direzione dell'Arsenale di Taranto in seguito alla comunicazione della sospensione di tutte le attività industriali.
In seguito alla comunicazione della Direzione Arsenale sulla sospensione di tutte le attività industriali motivate dalla chiusura del bacino Brin e, più in generale dalla situazione complessiva dello stabilimento, questa mattina si è tenuta una assemblea generale unitaria nel piazzale della direzione.
I lavoratori dopo aver appreso la notizia hanno dato vita ad una manifestazione spontanea sfilando per le strade della città sino alla Prefettura ove una delegazione composta da rappresentanti di tutte le sigle sindacali dell’Arsenale è stata ricevuta dal prefetto al quale è stata posta la richiesta di attivare per venerdì prossimo un tavolo tecnico con le istituzioni ed i rappresentanti del Ministero della Difesa comunicandogli contestualmente che i lavoratori in corteo accompagneranno i loro rappresentanti sindacali.
Al termine dell’incontro la delegazione ha informato i circa mille lavoratori che stazionavano sotto la prefettura di quanto richiesto; è stato proclamato da subito lo stato di agitazione del personale che è auto convocato in assemblea permanente sino alla risoluzione della vertenza.
Per parte nostra abbiamo dichiarato in assemblea che non intendiamo prestarci a strumentalizzazioni politiche di nessun “colore”, abbiamo invitato i politici che sino ad oggi hanno avuto altro da fare a continuare a farlo lontano dai lavoratori dell’Arsenale abbandonati da tutti:
non li vogliamo nel corteo!
Al pari ci corre l’obbligo di chiarire che il tentativo di scaricare le responsabilità di uno stato di fatto che combattiamo da dieci anni sull’agnello sacrificale di turno continuando a salvaguardare il sistema di potere che ha deciso di condannarci non riuscirà nel suo intento!
Troppo facile, oggi che una struttura in degrado denuncia tutti i suoi limiti, prendersela con una decisione che probabilmente si è ritenuta obbligata, troppo facile chiedere coraggio ad altri quando da anni si occultano i problemi e si perseguitano coloro che come noi hanno avuto nel tempo l’unico torto di denunciare a viso aperto il degrado ed il sistema delle lobby politiche e affaristiche che con la sua sola presenza condiziona la nostra esistenza di lavoratrici e lavoratori.
Troppo facile oggi che qualche politicante a caccia di voti lanci allarmi sulla sorte dell’Arsenale dopo che i governi di destra e sinistra per dieci anni ci hanno snobbati.
Non intendiamo operare distinguo a fini propagandistici, siamo per il momento in un percorso unitario, ma lo siamo nella consapevolezza che tanti di quelli che ci marciano al fianco hanno responsabilità se si è arrivati a questo punto.
Ribadiamo che noi non chiediamo provvidenze o prepensionamenti (come fa qualcun altro…), non ci rassegniamo a veder morire il nostro posto di lavoro e che combatteremo con gli strumenti sindacali e senza padrini politici la nostra battaglia a difesa del lavoro fino in fondo.
A tal proposito, ricordiamo a tutti che la nostra raccolta di firme per una petizione popolare, ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione, al fine di costituire una commissione di inchiesta parlamentare che accerti le responsabilità politiche che ci hanno portati nella condizione attuale che fu avviata da questa organizzazione sindacale in splendida solitudine sarà consegnata nei modi previsti al prossimo presidente della Camera e del Senato oltre che al Presidente della Repubblica.
Concludiamo complimentandoci con tutti quelli che, oggi, dopo dieci anni che predichiamo nel deserto, hanno preso coscienza del pericolo di chiudere definitivamente questo posto di lavoro, l’unica cosa che ci dispiace è quella che per svegliarli sia stato necessario che la controparte si dichiarasse impossibilitata a proseguire le attività industriali.